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Ho un'azienda agricola in provincia di Oristano, volevo sapere se vi sono degli incentivi da parte della Regione Sardegna per la realizzazione di un impianto fotovoltaico, che insisterebbe su un Sito di Interesse Comunitario (“SIC”).
A livello regionale non sono vigenti, in senso assoluto, forme di incentivazione, se con tale termine si intende una remunerazione dell’energia elettrica prodotta da impianti alimentati a fonti di energia rinnovabile (c.d. “IAFR”), in cui sono chiaramente compresi quelli “solari fotovoltaici”, mediante “tariffe “incentivanti” che vadano a ripagare, nel tempo, il costo sostenuto per la realizzazione dell’investimento iniziale.

Si ricorda che, a livello statale, il meccanismo principale di incentivazione per tale forma di IAFR risulta essere il c.d. “Conto Energia”, nella sua quinta versione (disciplinata dal DM 5 Luglio 2012), che prevedeva l’erogazione di incentivi sotto forma di tariffa omnicomprensiva (in parole povere, l’energia elettrica prodotta veniva remunerata in misura maggiore rispetto alle tariffe di mercato, di quel tanto corrispondente all’incentivo stabilito dall’atto interministeriale), fino al raggiungimento del c.d. “costo indicativo cumulato”, pari a 6,7 miliardi di euro (in parole povere, il monte finanziario degli incentivi a favore della produzione di energia elettrica a partire da tale categoria di impianti, era stabilito nella cifra predetta, oltrepassata la quale gli impianti/ i produttori che l’avrebbero richiesta, non avrebbero potuto “accedervi”), limite superato lo scorso 6 Luglio 2013, che ha determinato l’esaurimento del meccanismo di incentivazione.

Sempre a livello statale, i meccanismi di incentivazione vigente a sostegno della produzione di energia elettrica dalla fonte solare fotovoltaica, indipendentemente dalla collocazione dell’impianto in aree SIC, viene costituita in modo alternativo dai seguenti:

• scambio sul posto, regolato dalla [Deliberazione ARG/elt 74/08, Allegato A – Testo integrato dello scambio sul posto (TISP)], è una particolare modalità di valorizzazione dell’energia elettrica che consente, al Soggetto Responsabile di un impianto (colui il quale sostiene le spese per la realizzazione dell’intervento), di realizzare una specifica forma di autoconsumo, che si realizza in due momenti separati nel tempo: a) immissione in rete dell’energia elettrica prodotta ma non direttamente autoconsumata; b) successivo prelievo dell’energia elettrica, in un momento differente da quello in cui avviene la produzione, per soddisfare i propri consumi, e vien erogato dal GSE dal 1° Gennaio 2009; esso che consente all’utente che abbia la titolarità o la disponibilità di un impianto, la compensazione tra il valore associabile all’energia elettrica prodotta e immessa in rete e il valore associabile all’energia elettrica prelevata e consumata in un periodo differente da quello in cui avviene la produzione.

• ritiro dedicato, una modalità semplificata, a disposizione dei produttori, per la vendita dell’energia elettrica immessa in rete, in alternativa ai contratti bilaterali o alla vendita diretta in borsa, che consiste nella cessione dell’energia elettrica immessa in rete al Gestore dei Servizi Energetici – GSE S.p.A. (GSE), che provvede a remunerarla, corrispondendo al produttore un prezzo per ogni kWh ritirato.

Infatti occorre tener presente che essi sono alternativi tra di loro: l’adesione ad uno comporta automaticamente l’esclusione dall’altro, limitatamente al periodo di vigenza contrattuale al meccanismo incentivante (in parole povere, è possibile aderire allo “scambio sul posto” qualora sia cessata l’adesione al “ritiro dedicato”, e viceversa).

A livello regionale vengono periodicamente promosse forme di finanziamento per la costruzione e l’esercizio di impianti alimentati a fonti di energie rinnovabili a favore di coloro i quali esercitano l’attività di imprenditore agricolo. Fra quelli più recenti, si segnalano al richiedente:

• a livello regionale, il programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2007/2013 della Regione Sardegna, il quale definisce le strategie, gli obiettivi e gli interventi per il settore agricolo, agro-industriale e forestale e per lo sviluppo rurale dell’Isola per il periodo di programmazione 2007/2013, il quale si si serve di un fondo comunitario, denominato FEASR (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale) attraverso il quale cofinanzia l'attuazione della strategia di sviluppo rurale regionale; il fabbisogno di interventi viene tradotto, seguendo le indicazioni a livello comunitario esplicitate negli orientamenti strategici, in Assi (4, di cui uno di natura metodologica, denominato LEADER ) e Misure di intervento;

• a livello locale, il piano di sviluppo locale, del Gruppo di Azione Locale “Terre Shardana” (c.d. “GAL”: nella Regione Sardegna sono presenti tredici gruppi), nella fattispecie in esame quello di riferimento per il richiedente il quesito.

Infine, a complemento, si ricorda che la natura dell’area in esame, invece, influisce sulla selezione della procedura autorizzativa richiesta per la costruzione e l’esercizio dell’impianto.

Per ulteriori approfondimenti, la invito a visitare:

• il sito della Regione Sardegna, Assessorato all’Agricoltura, per quanto attiene le procedure autorizzative;

• il sito del GAL Terre Shardana, per quanto riguarda assi, azioni e misure oggetto di finanziamento indicate dal Piano di Azione Locale, frutto del Piano di Sviluppo Rurale (“PSR”) per gli anni 2007-2013.