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Vorrei fondare una E.S.Co., ma ho alcune domande da sottoporvi per lo sviluppo del business e conoscere alcuni dettagli in merito all' aspetto economico finanziario della E.S.Co. con le stazioni appaltanti.
E.S.Co. , come noto, è un acronimo di derivazione anglosassone, che sta per “Energy Service Companies”, ovvero imprese per i servizi energetici, in merito alle quali, in Italia, non esiste a livello statale una definizione/disciplina normativa particolare : in particolare tale categoria di imprese nasce principalmente per garantire ai fruitori della produzione di energia elettrica costi unitari inferiori attraverso tipologie impiantistiche (impianti alimentati a fonti di energia rinnovabile “IAFR”), alimentate con fonti “rinnovabili” (“FER”). Pertanto due sono i tratti distintivi delle imprese considerate:

1. garantire ai destinatari del servizio un “risparmio in bolletta”;
2. realizzare la produzione di energia mediante FER.

Infatti la realtà empirica mostra che le configurazioni esaminate presentano indici di redditività economica estremamente positivi se confrontati con interventi di ristrutturazione del processo produttivo o di riorganizzazioni interne volte all'ampliamento o al miglioramento dei servizi offerti ai clienti.

Il raggiungimento del primo obbiettivo, e quindi la diffusione delle E.S.Co., viene reso possibile attraverso una particolare architettura finanziaria: un soggetto terzo fornisce le risorse necessarie alla realizzazione dell'intervento desiderato (finanziamento tramite terzi, “FTT”), purché esso sia caratterizzato da un rischio molto contenuto e da un flusso di cassa sostanzialmente stabile originato dai risparmi energetici conseguiti, altrimenti non sarebbe per esso possibile la sopravvivenza, determinata dalla possibilità per la E.S.Co. di ripagare costi di installazione e gestione dell'impianto sostenuti in un tempo ragionevole.

Le fasi operative di cui le E.S.Co. curano l’organizzazione, direttamente, oppure esternalizzando l’attività (es.: delegando a soggetti esterni la realizzazione di uno IAFR), solitamente viene articolato nelle seguenti fasi:

1. un attività di check-up energetico (analisi di contesto, pre-fattibilità, ecc…);
2. progettazione dell’intervento, una volta accertata la sua convenienza economica;
3. la sua realizzazione, curando la manutenzione e l’operatività del sistema realizzato.

Una volta raggiunta la parità tra flusso di cassa in uscita (dovuto ai costi sostenuti per realizzare il servizio) e quelli in entrata (i ricavi ottenuti attraverso l’ammontare in bolletta percepito), ovvero al raggiungimento del c.d. “break even point” , la E.S.Co. cessa virtualmente il suo compito, e per rientrare dall'investimento e remunerare le attività della società di servizi, l'impianto viene, in genere, riscattato dal soggetto beneficiario dell'intervento, mentre la sua gestione può essere lasciata in carico all’impresa oppure affidata a terzi. In precedenza si specificava come il meccanismo fondante le convenienze economiche alla base della creazione di una E.S.Co. derivino dalla differenza positiva tra i costi di produzione unitari inferiori rispetto alla situazione attuale da questa sostenuti e il pagamento delle “bollette” da parte dei soggetti beneficiari; in pratica questi ultimi pagano una somma compresa fra l'ammontare della bolletta energetica annua ed una sua quota (inferiore), legata a molteplici variabili, come:

• redditività dell'intervento e dell'efficienza del precedente;
• numero di anni di durata del contratto;
• rischio assunto;
• esigenze in termini di produzione espresse dal soggetto beneficiario.

Diverse sono le soluzioni prescelte:

• il c.d. “shared saving” o ripartizione del risparmio, per cui alla E.S.Co. viene attribuita una quota (solitamente pari al 70-90%) della bolletta energetica annua, che rappresenta la soluzione comunemente applicata;
• l’attribuzione dell’intero risparmio conseguito a favore della E.S.Co., con la contestuale previsione, pattuita con il beneficiario, di:

o un tempo per il riscatto dell'impianto da parte del beneficiario (“first out”) corrispondente al minimo;
o contratti a garanzia dei risultati, che consistono in una forma di leasing in base alla quale all'utente viene garantito al termine del contratto un'entità dei risparmi pari almeno all'ammontare dell'investimento comprensivo di interessi.

Diversi sono i vantaggi che potrebbe conseguire l’utente dei servizi di risparmio energetico offerti dalla E.S.Co. ; a fronte di questi vengono stabiliti, nel capitolato d’appalto, clausole molto complesse e dettagliate , al fine di garantire il soddisfacimento dei reciproci interessi, che consistono:

1. per l'utente, in un intervento valido ed efficiente dal punto di vista tecnico (anche tenendo conto dell'andamento del mercato dei vettori energetici e delle tecnologie);
2. garanzia di profitto per la E.S.Co. (raggiungimento del BEP, e, auspicabilmente per essa, ottenimento di ricavi dallo svolgimento del servizio energetico).

La misurazione dei risparmi conseguiti con la realizzazione degli IAFR rappresenta una delle criticità rilevanti nell’implementazione di un progetto: a tal fine è stato stabilito dalla EVO (“Efficiency Valutation Organization”), un indice, ovvero un protocollo di misurazione valido a livello internazionale (l’international performance measurement and verification protocol), in grado di contemplare i possibili rischi assunti dalle controparti nell’accettazione delle clausole del contratto, ovvero della sua sottoscrizione. E’ fondamentale rimarcare come i rischi, sia finanziari sia tecnici, dell’operazione, siano a carico della E.S.Co. : se da un lato ciò rappresenta una garanzia fondamentale per l’utente, dall’altro ciò rappresenta la vera fonte di rischio per l’impresa coinvolta, in quanto, se l’intervento risulta tecnicamente sbagliato e quindi non remunerativo, la sopportazione del rischio d’impresa rimane a carico della E.S.Co. e non dell’utente; se gli interventi effettuati non portano ad un effettivo risparmio, infatti, sarà la Società di Servizi a coprire la differenza di costi. Da un punto di vista economico aziendale, le E.S.Co. rappresentano un caso di “demand side managment”, ovvero della gestione di un progetto dove gli obiettivi da questa perseguiti coincidono con quelli dei loro clienti in quanto la loro fonte di guadagno risiede nel risparmio energetico conseguito e, per questo motivo, danno la garanzia di operare nel modo più efficiente possibile. Essendo società che scommettono i propri capitali sulla possibilità di ottenere risparmi, sceglieranno le tecnologie più appropriate in una logica di minor costo e maggior efficienza. La definizione dei capitolati d’appalto rimane un aspetto strategico in funzione della possibilità di ottenere le migliori soluzioni tecnologiche; come è logico attendersi la definizione del rapporto con la stazione appaltante, definita mediante tale documento, varia a seconda dell’intervento/settore in esame (servizio energia, illuminazione pubblica, solare termico, etc); al fine di facilitare la comprensione di come debbano essere regolati i suddetti rapporti, si riportano in allegato alla presente risposta gli di esempi di capitolato d’appalto in campo energetico relativi ai seguenti comuni/servizi riportati nella tabella sottostante.

Comune Servizio
Arsoli Convenzione per la gestione degli impianti di illuminazione
Osoppo Capitolato speciale per impianti di illuminazione
Piacenza Aggiornamento del contratto di servizio per l'illuminazione pubblica
Piacenza Contratto di servizio illuminazione pubblica
Roma Schema contratto di servizio e deliberazione illuminazione pubblica
Torino Contratto di servizio per impianti elettrici e speciali degli edifici comunali
Voghera Schema convenzione per illuminazione pubblica
Tabella 1. Esempi di capitolato d'appalto (Fonte: FORMEZ).
Inoltre si fa presente che Consip propone varie convenzioni, i cui capitolati sono disponibili a richiesta attraverso il sito www.acquistinretepa.it.

Stefano Sassone
Sportello Energia di Sardegna Ricerche.

Per ulteriori approfondimenti le suggeriamo la lettura di:

• DM 24 aprile 2001;
• un interessante pubblicazione recante definizione e casi studio, realizzata da RENAEL.

Per maggiori informazioni può contattare il nostro team di esperti della consulenza on-site, all’indirizzo e-mail: consulenzaenergia@sardegnaricerche.it.

Approfondimento sulla produzione di energia da biomasse legnose: un analisi costi-benefici.

La normativa nazionale, recependo quella europea, definisce la biomassa come: “la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall'agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, compresa la pesca e l’acquacoltura, gli sfalci e le potature provenienti dal verde urbano nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani”, ed esse vengono solitamente utilizzate in impianti dedicati per generare energia elettrica o termica, da cui deriva la possibilità di adottare molteplici configurazioni impiantistiche, variabili in relazione della tecnologia e degli usi finali dell’energia prodotta (termici e/o elettrici), Oltre al caso in esame (biomasse solide, anche liquide (come il biodiesel) o gassose (come il biogas prodotto ad esempio dai reflui zootecnici).

Il quadro dei punti di forza e di debolezza relativi alla realizzazione di impianti alimentati a biomasse, in particolare legnose (categoria cui appartiene l’eucalipto oggetto della futura attività di produzione), ovvero ad elevato di carbonio al loro interno e quindi facilmente combustibili, sono di vario profilo (ambientale, economico, ecc…).

Sotto un profilo ambientale si segnalano vantaggi relativi a:

• riduzione della quantità di anidride carbonica riversata nell’atmosfera circostante a seguito della produzione di energia;
• risparmio in termini di materia prima di origine fossile utilizzata per la produzione, con riferimento all’utilizzo ai derivati del processo di raffinazione degli idrocarburi (es.: gasolio);

Sotto un profilo sistemico, l’utilizzazione delle biomasse per scopo energetico può favorire la diffusione della microgenerazione dell’energia: infatti la fonte di energia è particolarmente indicata nel caso di utilizzo per la creazione di energia termica, ed in particolare per il riscaldamento o per la produzione di acqua calda sanitaria all’interno delle abitazioni, che avviene soprattutto mediante impianti domestici o scambiatori di calore allacciati a reti di teleriscaldamento (le soluzioni impiantistiche più diffuse sono le caldaie, le stufe ed i termocamini). In tal caso vengono prevalentemente utilizzati come combustibili le biomasse legnose come:

• legna da ardere in ciocchi;
• legno sminuzzato (cippato) e pastiglie di legno macinato e pressato (pellet e bricchetti).

Le biomasse, se utilizzate all’interno di un ciclo locale di produzione-utilizzazione nel rispetto del patrimonio forestale e della biodiversità, rappresentano una preziosa risorsa energetica rinnovabile.

Sotto un profilo economico I generatori di calore a biomassa possono usufruire degli incentivi legati agli interventi di risparmio ed efficienza energetica, fra i quali i principali sono:

• gli incentivi previsti dal nuovo DM 28 dicembre 2012 cosiddetto “Conto Termico”, per l’incentivazione di interventi di piccole dimensioni per l’incremento dell’efficienza energetica e per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili; esso è stato realizzato per varie tipologie di interventi, con riferimento a alla sostituzione o, in alcuni casi, alla nuova installazione di impianti di climatizzazione e/o produzione di acqua calda sanitaria alimentati a fonti rinnovabili (impianti solari termici anche abbinati a tecnologia solar cooling, pompe di calore, caldaie, stufe e camini a biomassa), alla sostituzione di impianti esistenti per la climatizzazione invernale con impianti a più alta efficienza (caldaie a condensazione), e all’efficientamento dell’involucro di edifici esistenti (coibentazione delle superfici opache, sostituzione serramenti e installazione schermature solari) ;
• i Titoli di Efficienza Energetica (TEE), anche noti come Certificati Bianchi; in merito FIPER, la federazione italiana che riunisce e rappresenta i maggiori produttori di energia termica ed elettrica da fonti rinnovabili, evidenza come questa sia una modalità inefficace per gli impianti di teleriscaldamento da biomassa, in quanto non danno diritto al rimborso in tariffa per i distributori, determinando una situazione ambigua in cui da un lato i titoli vengono riconosciuti ma rimangano, per tale ragione, invenduti, determinando, comunque, un prezzo agli utenti dell’energia termica e dell’acqua calda inferiore di circa il 30% rispetto alla stessa prodotta con il gasolio;
• le agevolazioni fiscali per il risparmio energetico.

Inoltre, gli utenti delle reti di teleriscaldamento alimentate da biomasse possono usufruire di un credito di imposta.