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Il mondo dei maker: dai marshmallow alle stampanti 3D

 
30.07.2013


In questo breve video girato in occasione della Youth Science Fair, tenutasi lo scorso anno alla Casa Bianca, Obama osserva ammirato la dimostrazione di un piccolo inventore che mette in funzione il suo prototipo per il lancio di marshmallow. Bambini e adolescenti continuano ad essere definiti giustamente come nativi digitali, ma le opportunità per il loro futuro vanno ben oltre il web e tutto ciò che è digitale: oggi c'è qualcosa in più che si muove nel campo dell'innovazione e che può essere riassunto semplicemente con la parola "maker". Oltre a internet, ma allo stesso tempo grazie a internet e alle tecnologie digitali, da qualche anno si è fatta strada una nuova cultura innovativa legata al fare, alla filosofia del "do it yourself" come direbbero gli americani. Una filosofia che unisce i nativi digitali e i loro genitori analogici, i bit e gli atomi. In Italia si parla di artigianato tecnologico, nel resto del mondo è comunemente indicato con il termine "making". E per tornare a Obama e al ragazzino che spara marshmallow, si tratta di un ottimo esempio di artigianato tecnologico.

Lo scorso anno il settimanale Economist scriveva di terza rivoluzione industriale per inquadrare il fenomeno. Una subcultura, come la definisce Wikipedia, che trova il suo epicentro di idee e creatività negli Stati Uniti ed in particolare negli ambienti universitari come ad esempio il Massachusetts Institute of Technology (MIT). All'interno dei cosiddetti FabLab (Fabrication Laboratories), molto spesso allestiti nei campus universitari, è possibile costruire qualsiasi cosa. Sono laboratori in scala ridotta che offrono tutti gli strumenti necessari per realizzare progetti di digital fabrication: tutte quelle attività che coinvolgono la trasformazione di dati in oggetti reali e viceversa. Il movimento nasce una manciata di anni fa negli USA, ma nel giro di qualche anno si è diffuso velocemente anche in Europa. Il segreto del suo successo sono le persone e la rete che si crea tra di esse, fatta di rapporti interpersonali e via web. Ora è arrivato anche in Italia dove si organizza (dal 3 al 6 ottobre a Roma) una fiera, la Maker Faire, completamente dedicata agli artigiani digitali.

Stampa 3D, digital fabrication, open source, internet delle cose, crowdfunding sono le parole chiave del mondo dei maker. Una realtà alla portata di chiunque, dal bambino che spara marshmallow con un prototipo autofabbricato, agli studenti universitari che utilizzano Arduino, piattaforma hardware programmabile nata proprio in Italia, precisamente a Ivrea, progettata per lo sviluppo di oggetti interattivi. Per diventare maker basta poco: ad esempio software open source scaricabili gratuitamente in rete per disegnare il proprio prototipo da stampare. Le stampanti 3D possono costare anche meno di un pc, solo qualche centinaia di euro. Ma esistono anche servizi online per stampare a distanza. Una rivoluzione democratica dunque, oltre che industriale, accessibile a tutti e che consentirà di abbattere costi e semplificare la vita.

Sono molteplici gli esempi di idee, servizi, prodotti e startup nati dal movimento dei maker. Molti di questi hanno l'ambizione di risolvere dei grandi problemi sociali. In Italia un esempio è WASProject, una startup di Ravenna che si ispira al lavoro di un piccolo insetto, la vespa vasaia. E da questa ispirazione il gruppo di lavoro ha pensato di realizzare una stampante 3D che crea statue in argilla. Si tratta di un primo passo per arrivare ad una stampante che realizzi case in argilla, strutture a basso costo e basso impatto ambientale come quelle che costruiscono le vespe appunto. L'obiettivo è risolvere il problema di chi nel mondo non possiede una casa. Per realizzare il progetto il team di WASProject ha inserito la propria idea su una piattaforma di crowdfunding. Farsi finanziare dalla gente comune attraverso piattaforme internet dedicate è un modo per reperire risorse finanziarie che si lega strettamente e cresce insieme all'artigianato tecnologico: per realizzare le idee, laddove le proprie risorse non bastano, occorre diventare evangelisti del proprio progetto e promuoverlo per ottenere i fondi necessari a realizzarlo.

Dall'edilizia alla medicina: Jake Evill designer neozelandese ha progettato Cortex, il tutore stampato in 3D resistente all'acqua e leggero che sostituisce il classico gesso. E poi c'è chi va alla fonte del problema e decide di fabbricare in casa le stampanti 3D. È questo il caso di Kentstrapper, startup fiorentina che produce stampanti tridimensionali di quarta generazione ispirate alla filosfia open source. Pilotate dalla scheda Arduino, le stampanti Kentstrapper rendono disponibili file di produzione dei prototipi sotto licenza Creative Commons.

Tra gli esempi di maker isolani impossibile non citare il team di Paraimpu. Antonio Pintus, Davide Carboni e Andrea Piras, ricercatori del CRS4, hanno creato un sistema che permette di collegare qualsiasi oggetto della casa a internet utilizzando schede programmabili come ad esempio Arduino. Uno stretto parente di Paraimpu è Jardimpu, il sistema di irrigazione comandabile a distanza realizzato da Alberto Serra, anche lui ricercatore del CRS4. L'idea è semplice: controllare da remoto lo stato del proprio giardino e attivare dei gocciolatori per innaffiarlo. Jardimpu inoltre utilizza Paraimpu per condividere mediante i social network informazioni sul proprio giardino e consentire l'irrigazione ai propri amici. Per rimanere nell'ambito della casa e dei sistemi intelligenti, è partita realizzando un prototipo 3D anche l'impresa isolana Widom. Questa startup opera nel campo della domotica proponendo sistemi wireless che garantiscono il minimo consumo energetico e il massimo rispetto ambientale. La rete domestica è governata da un piccolo dispositivo il cui prototipo è stato realizzato utilizzando il prototipatore rapido di Sardegna Ricerche, una stampante 3D professionale a disposizione di tutte le aziende operanti in Sardegna che ne facciano richiesta.

In sintesi passione per la tecnologia, un pizzico di creatività e intraprendenza sono gli unici ingredienti imprescindibili per entrare a far parte del mondo dei maker e rendersi protagonisti della terza rivoluzione industriale in atto, un'opportunità a portata di tutti da cogliere al volo!