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RICERCA E SVILUPPO TECNOLOGICO IN SARDEGNA
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La ricerca energetica, il mondo e l'Italia

Fascio di luce 
27.08.2013
È stato pubblicato lo scorso giugno il rapporto sull'innovazione energetica di I-Com (Istituto per la Competitività), elaborato in collaborazione con ABB Italia, Assoelettrica, CNR, ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile), Enel, Eni, RSE e Terna. Il documento analizza gli investimenti in ricerca e sviluppo, i brevetti e le pubblicazioni nel settore energetico in campo mondiale e la competitività dell'Italia nel contesto politico-economico internazionale.

L'Italia si posiziona in fondo alla classifica dei principali paesi per gli investimenti in innovazione energetica, con 1,31 miliardi di dollari. Questo nonostante si evidenzi una ripresa rispetto al 2010, con un aumento sia delle risorse pubbliche investite (+23%) che di quelle private (+5%). Nello specifico si nota che gli investimenti pubblici si sono concentrati soprattutto sul settore dell'efficienza energetica (24% del totale), dove solo il Regno Unito fa meglio dell'Italia tra i paesi europei. Risultano dimezzati gli investimenti nel settore nucleare (23%) rispetto a 10 anni prima, mentre le energie rinnovabili raggiungono il 17%.

Per quanto riguarda le pubblicazioni scientifiche ospitate sulle più prestigiose riviste scientifiche internazionali del settore energetico l'Italia si classifica in quinta posizione con 113 articoli, a poca distanza da Germania e Spagna, su una produzione globale di 2475 articoli. Prima tra le regioni italiane è la Lombardia con 24 pubblicazioni (21%), seguita dalla Sicilia con 12 (10%). La Sardegna totalizza tre articoli: uno nel campo del Carbon Capture and Storage, uno relativo allo stoccaggio e uno sul solare termodinamico.

Purtroppo nella brevettazione i risultati non sono paragonabili a quelli della ricerca. Rispetto al campione analizzato di 17.437 brevetti depositati presso l'ufficio brevetti europeo nel 2012 riguardante le tecnologie energetiche a basso impatto ambientale, solo 154 sono italiani. Prima è sempre la Lombardia con 34 brevetti (30%), poi l'Emilia Romagna con 14 brevetti. In questo caso le regioni meridionali sono molto staccate: la Puglia si posiziona solo settima con 5 brevetti e la Sicilia solo tredicesima con 2.

"Attraverso la filigrana del comparto energetico è possibile osservare i nodi e le contraddizioni dell'intero sistema produttivo italiano" racconta Stefano da Empoli, Presidente di I-Com. "Occorre sottolineare ancora una volta come la chiave di volta dell'innovazione debba risiedere nella definizione di politiche di sostegno rivolte specificamente alle PMI, rafforzandone la capacità di cooperazione con le grandi imprese del settore e i centri di competenza nazionali e, più in generale, a livello italiano ma anche europeo nella razionalizzazione dell'impiego delle risorse con una capacità di selezione molto maggiore di settori e luoghi della ricerca. Oggi siamo al paradosso che non c'è neppure un coordinamento nazionale tra quello che fanno ad esempio regioni ed università quando ne servirebbe uno di livello continentale".

Fonti: Gaia News - Investimenti in ricerca energetica in Italia: pochi i brevetti, I-Com - Rapporto I-Com 2013 sull'Innovazione energetica


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