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Progetto SPeeD, la tecnologia al servizio dei disabili

Parcheggio per disabili 
10.01.2014
Fra i tanti scopi della tecnologia, quello forse più importante è migliorare la qualità della vita delle persone, comprendendo i loro bisogni e risolvendo i loro problemi. Questo risulta tanto più importante quanto più urgenti e pressanti diventano i bisogni di chi, per un motivo o per l’altro, si trova in una condizione di disabilità.

Proprio in questa direzione si muove SPeeD, il progetto promosso dalla società Liberologico in collaborazione con il CRS4, con l'Associazione ciechi Ipovedenti Retinopatici Sardi e con FISH Sardegna Onlus. Con il progetto SPeeD Liberologico punta alla realizzazione di una piattaforma in grado di aiutare i disabili a gestire i propri viaggi in automobile monitorando la situazione dei parcheggi a loro dedicati nelle città. Per capire meglio questo progetto abbiamo intervistato Paolo Lanari, CEO e cofondatore di Liberologico.

Cos'è Liberologico e com'è nata?
Per dirla in un tweet, Liberologico è un'azienda appassionata di tecnologia, di innovazione e dei modelli di business che la tecnologia rende possibili. È una società di software engineering, costituita nel 1999 da un gruppo di ricercatori della Scuola Normale Superiore di Pisa, con un'attenzione specifica per le tecnologie smart urban mobility e smart parking, Internet of Things, cloud computing e big data. Dopo anni di impegno, riconoscimenti e conferme dal mercato, nel 2011 Liberologico ha costituito assieme ad altre aziende Kiunsys Srl, un'azienda focalizzata sull'innovazione sostenibile applicata alla gestione della mobilità urbana, dei parcheggi e della city logistics.

Come sono nati il progetto SPeeD e la collaborazione con FISH Sardegna Onlus, l’Associazione ciechi e il CRS4?
Il progetto SPeeD risponde al bando promosso da Sardegna Ricerche per lo sviluppo di soluzioni ICT destinate al superamento del digital divide, alla piena integrazione dei disabili e alla promozione dell'uso e della diffusione di tecnologie che aiutino a ridurre e abbattere le barriere all'inclusione sociale. In questo contesto ci siamo rivolti al CRS4, con il quale avevamo già collaborato per il progetto di ricerca MIMOSA. In quel caso si era trattato di dare forma a una piattaforma per la Smart Mobility e la Smart Transportation, capace di facilitare e incentivare lo sviluppo di servizi ITS avanzati. È stato il CRS4 a metterci in contatto con FISH Sardegna Onlus e con l'Associazione Ciechi Ipovedenti Retinopatici Sardi. Entrambi partecipano a SPeeD in qualità di portatori di esigenze: il loro ruolo sarà quello di aiutarci nelle fasi di analisi e progettazione e poi di valutazione e testing sul campo dei servizi di smart parking.

In cosa consiste, in sostanza, il progetto SPeeD?
Il progetto SPeeD intende dare vita a un esempio concreto di diffusione e uso dell'ICT per la riduzione e l'abbattimento delle barriere all'inclusione sociale. SPeeD, infatti, vuole innanzitutto contribuire a migliorare la mobilità dei disabili. Essi potranno consultare il servizio attraverso dispositivi mobile (mobile application, web, SMS) per pianificare i propri spostamenti e usufruire in modo più agevole dei parcheggi loro riservati, in particolare nei centri urbani. SPeeD intende poi affrontare anche un'altra criticità, ovvero la cattiva e purtroppo diffusa abitudine di occupare i parcheggi dei disabili senza averne il diritto. Per raggiungere questi obiettivi, SPeeD intende sviluppare una piattaforma in grado di monitorare, automaticamente e in tempo reale, lo stato di occupazione dei parcheggi per disabili e di verificare se questi parcheggi siano occupati legalmente o illegalmente. A questo si aggiungeranno servizi di infomobilità, che punteranno alla previsione dello stato di occupazione dei parcheggi mediante nuovi algoritmi predittivi. Tali algoritmi impiegheranno sia i dati prodotti dai sensori per il monitoraggio e il controllo dei parcheggi per disabili, sia quelli prodotti dagli altri dispositivi per la sosta urbana, come ad esempio i parcometri, le app mobile per l'infoparking e il pagamento digitale, i palmari utilizzati dai controllori di sosta e i sensori di flusso. I dati potranno essere utilizzati anche dalle pubbliche amministrazioni, allo scopo di ottimizzare la distribuzione e l'uso di questo tipo di parcheggi. Per realizzare questi obiettivi sarà necessario portare avanti attività preliminari di ricerca e sviluppo, volte sia a creare gli algoritmi in grado di prevedere lo stato di disponibilità e occupazione dei parcheggi, sia a sviluppare interfacce utente accessibili, studiate per essere fruite tanto dai disabili quanto dai loro eventuali accompagnatori.

Quale ruolo possono avere le tecnologie ICT in rapporto alla disabilità?
Un uso diffuso e valido delle tecnologie ICT è sicuramente in grado di apportare risultati concreti in termini di riduzione e abbattimento delle barriere all'inclusione sociale. In alcuni ambiti i risultati sono già evidenti e hanno contribuito a un notevole miglioramento della qualità della vita delle persone disabili. Per quanto riguarda la mobilità cittadina, nel generale tentativo di gestire in modo efficiente il traffico cittadino e i problemi che ne derivano, le città si stanno dotando di tecnologie ITS, sia per fornire servizi di mobilità al cittadino che per aiutare le PA nella gestione del traffico e nel controllo del rispetto delle normative, contribuendo, inoltre, a rendere le città più vivibili ed economicamente sostenibili. Ma lo sviluppo di soluzioni specifiche per la disabilità richiede ancora maggiore impegno – un impegno che, a nostro avviso, è prioritario e possibile. A conferma di questo, anche l'Unione Europea, tra i molti progetti che sta finanziando nell'ambito delle soluzioni tecnologiche innovative per la mobilità e i trasporti, ha deciso di investire anche nella sperimentazione per l'ammodernamento del Contrassegno europeo unico per il parcheggio per disabili (CUDE). L'obiettivo è realizzare un contrassegno elettronico che migliori l'impiego di questi parcheggi e riduca il fenomeno della contraffazione dei pass o dell'uso illecito di essi.

Carlo Contu
Redattore