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La competitività globale: il rapporto 2014-2015

Frecce colorate verso l'alto 
29.09.2014
All'inizio di settembre è stato pubblicato il Rapporto sulla competitività globale 2014-2015 del World Economic Forum, giunto alla sua trentacinquesima edizione.

Il documento misura la competitività (il Global Competitiveness Index, GCI, che va da 1 a 7) attraverso un set di indicatori che analizzano produttività e prosperità. La competitività di una nazione è definita come un insieme di istituzioni, politiche e fattori che ne determinano il livello di produttività. Si basa quindi sui "12 pilastri" della competitività di un paese, che possono essere raggruppati in tre macroaree: requisiti di base (istituzioni, infrastrutture, ambiente macroeconomico, sanità e istruzione di base), stimolatori dell'efficienza (alta formazione, efficienza dei mercati dei beni, efficienza del mercato del lavoro, sviluppo del mercato finanziario, sviluppo tecnologico, dimensioni del mercato) e fattori di innovazione e sofisticatezza (sofisticatezza del business e innovazione).

I paesi che sono stati analizzati sono 144: i primi 10 classificati sono Svizzera (5.70), Singapore (5.65), USA (5.54), Finlandia (5.50), Germania (5.49), Giappone (5.47), Hong Kong SAR (5.46), Paesi Bassi (5.45) e, a pari punteggio, Regno Unito e Svezia (5.41). La Svizzera, prima per il sesto anno consecutivo, è premiata per la capacità di innovazione, l'elevato grado di educazione e l'efficienza del mercato del lavoro. In fondo alla classifica ci sono, tutti con indice inferiore a 3, Yemen (2.96), Chad (2.85) ed infine Guinea (2.79).

Limitandoci ai dati riguardanti l'Unione Europea, emerge che i fattori che ne ostacolano la competitività sono soprattutto la difficoltà di accesso al mercato finanziario, i tassi di interesse, le normative nel mercato del lavoro e quelle fiscali. L'inefficienza della burocrazia è citata come un problema, più o meno rilevante, in tutte le realtà del mondo.

L'Italia si posiziona al 49° posto, stabile rispetto allo scorso anno, con un indice pari a 4.42. Rispetto alle altre economie più avanzate, il nostro paese evidenzia punti di debolezza su aspetti fondamentali, come il funzionamento delle istituzioni (106° su 144), la ridotta efficienza del mercato del lavoro (136°), la pressione fiscale (134°) e la criticità dell'attuale scenario macroeconomico (108°). I punti di forza sono invece le dimensioni del mercato locale (12° posizione con 5.6) e la sofisticatezza del business (25° posizione con 4.8). Valutando i risultati del nostro paese emerge anche che, per quanto riguarda le infrastrutture (5.4) e sanità ed istruzione di base (6.4), siamo allineati con la media delle economie avanzate.

Fonte: weforum.org

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