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My Solar Family: un'app per la consapevolezza energetica

Paolo Zurru, creatore di My Solar Family, alla premiazione del concorso  
20.04.2015
Lo sfruttamento dell'energia solare influisce ormai fortemente sul bilancio della produzione energetica mondiale. Eppure, negli ultimi anni questo settore si è trovato ad affrontare una strana crisi. Tra il 2006 e il 2013 in Italia sono stati acquistati e installati oltre 600 mila impianti fotovoltaici, che hanno trasformato molti comuni cittadini in produttori di energia. E anche la Sardegna ha fatto la sua parte: a oggi risultano attivi in tutta la regione oltre 26.700 impianti, con una produzione che supera gli 884.000 MW/h all'anno. Ma dopo la fine del "Conto Energia", il meccanismo di incentivazione dedicato agli impianti solari, è rallentata l'installazione di nuovi impianti e soprattutto non si stanno diffondendo buone pratiche per la gestione e l'ottimizzazione della resa degli impianti già installati.

Il perché ce lo spiega Paolo Zurru, ingegnere gestionale con una lunga esperienza di ricerca in fisica, che per trovare una soluzione a questo problema ha creato l'applicazione My Solar Family. Il progetto è stato presentato anche al GEC 2015, il congresso globale dell'imprenditorialità che si è svolto a Milano dal 16 al 20 marzo: qui Paolo ha partecipato a "La battaglia delle idee" di Ninja Marketing, vincendo il premio per la sezione "Green".

Cos'è e come è nata My Solar Family?
My solar Family si propone di dare assistenza tecnica gratuita per monitorare il funzionamento degli impianti residenziali che producono energia pulita da fonte solare e ottimizzarne i risultati. Si presenta come un sito e un'applicazione per smartphone messi gratuitamente a disposizione dei cittadini. L'obiettivo è dare una mano a coloro che hanno acquistato un impianto. Si tratta di una comunità composta da persone determinate, ma che in alcuni casi non hanno le competenze tecniche necessarie per ottimizzare la gestione del proprio impianto, perché in questo settore, così giovane, non c'è ancora in Italia una cultura sull'uso efficiente dell'energia. Questa comunità tuttavia merita di essere aiutata, perché gli "energy makers" sono degli innovatori a tutti gli effetti.

L'espansione del fotovoltaico, infatti, ha originato una rivoluzione concettuale, consentendo ai cittadini di diventare singoli produttori di energia elettrica. Tuttavia, nel nostro Paese, la trasformazione da consumatori passivi a consumatori e produttori si è compiuta solo per metà: solo una parte dell'energia prodotta dall'impianto fotovoltaico viene infatti effettivamente consumata in loco, mentre la maggior parte viene immessa nella rete elettrica. L'autonomia energetica tanto auspicata è quindi stata raggiunta solo in parte e i piccoli produttori di energia fotovoltaica hanno dovuto mantenere attivi i loro contratti per l'acquisto di energia elettrica dai principali fornitori. Inoltre, una parte degli impianti installati non sfrutta appieno tutte le proprie potenzialità, e questo perché i piccoli produttori privati hanno sfruttato la corsa all'acquisto (determinata dagli incentivi statali) ma pochi, poi, sono riusciti ad acquisire le conoscenze tecniche necessarie per far rendere al meglio l'impianto e massimizzare la propria autonomia energetica. Manca la consapevolezza sulla qualità del proprio impianto, ed è proprio per costruire questa consapevolezza che ho voluto creare My Solar Family.

Come funziona l'app? Cosa offre ai possessori di un impianto fotovoltaico che decidono di usarla?
Un privato installa l'impianto sul suo tetto. Il sistema funziona e di questo il proprietario ne è consapevole, ma non sa se sta funzionando bene o male. E quanto bene? Son ben pochi – rarissimi – i proprietari di un impianto in grado di rispondere a questa domanda. Con My Solar Family inseriscono le credenziali per la gestione del Conto Energia del proprio impianto e il software provvede a scaricare per loro i dati relativi al loro impianto, elaborando un riassunto degli incentivi ottenuto con il Conto Energia e le altre informazioni necessarie per fare l'analisi delle prestazioni.

L'analisi è basata su un metodo che ho progettato (per cui ho presentato domanda di brevetto) e su dati sperimentali acquisiti in oltre dieci anni di lavoro nella ricerca sul fotovoltaico. In pochi minuti, i proprietari sono messi a conoscenza delle prestazioni del loro impianto: se sta funzionando bene, apparirà una faccina sorridente e verde; se va così così, faccina gialla e perplessa; se il rendimento si discosta eccessivamente dal previsto, faccina rossa e triste. Inoltre, questi dati vengono elaborati e resi comparabili con quelli di altri impianti che si trovano nella stessa area, per eliminare del tutto i dubbi relativi alle particolari condizioni meteorologiche di ciascuna area: un impianto che si trova a 50 metri da un altro ma che rende, a parità di condizioni, la metà, ha un problema. Forse un albero è cresciuto negli anni e sta facendo ombra. Forse è danneggiato. L'idea è appunto questa: fare in modo che il grande potenziale degli impianti fotovoltaici italiani venga sfruttato completamente.

Oltre a questo, sul sito web è possibile vedere la propria produzione di energia e il proprio autoconsumo, primo passo verso l'autonomia energetica. Questa fase risponde all'esigenza numero 1: dare consapevolezza. Segue la fase 2: risoluzione dei problemi. Sul sito web di My solar Family c'è già una lista dei problemi più comuni e probabili su cui si può intervenire. Se non si trova una soluzione perché il problema è meno banale, allora bisogna necessariamente contattare un tecnico. E su My solar Family ci sarà a breve la lista degli impiantisti che lavorano in zona. Nella fase 3, infine, si proporranno soluzioni per ottenere definitivamente l'autonomia energetica, compiendo così il tanto desiderato processo di democratizzazione dell'energia.

Qual è il tuo modello di business?
Il modello di business è molto semplice. Sviluppo e fornisco ai consumatori finali servizi totalmente gratuiti, al fine di favorire la cultura dell'efficienza energetica. Do inoltre agli operatori del settore, come ad esempio le aziende che si occupano di manutenzione, la possibilità di monitorare comodamente da remoto gli impianti dei propri clienti. Sono i manutentori, quindi, a sottoscrivere un abbonamento annuale, che consente loro anche di avere visibilità in una determinata area e di poter essere contattati da nuovi clienti. Attraverso questo sistema il saldo si mantiene in attivo, anche perché la sottoscrizione degli abbonamenti per gli operatori è sicuramente accessibile, con prezzi più che popolari.

Una parte del sistema che hai creato si basa sull'elaborazione dei big data. Quali sono le possibilità offerte da questo settore e quali le difficoltà per chi vuole sfruttarne le opportunità?
Di fatto in molti settori abbiamo già a disposizione una grande quantità di dati che permettono di aumentare la nostra conoscenza oltre le aspettative. Avere a disposizione dati non significa però essere in grado di attingere informazioni utili. È necessario un grande dispendio di energia per "selezionare e tradurre" in modo adeguato questi flussi informativi al fine di renderli fruibili anche a chi non ha conoscenze tecniche specifiche. Le possibilità sono molteplici e concordo con il chiaro indirizzo dell'UE di rendere pubblici e utilizzabili grandi database: quando si liberano le risorse è possibile poi beneficiare di un "effetto moltiplicativo", grazie all'inaspettata e imprevedibile creatività dei singoli.

Hai lasciato la Sardegna per studiare, ma poi ci sei tornato per fare impresa. Perché? Quali opportunità ti ha offerto la tua terra d'origine?
In realtà dopo gli studi universitari in Emilia Romagna sono rimasto a fare impresa nel nord-est per 10 anni. In genere chi fa un'esperienza di studio o lavoro fuori dalla Sardegna ha poi non poche difficoltà quando intende tornare nell'Isola per creare un'attività economica con interessi nazionali o internazionali. L'insularità in generale esiste e si sente, ma determinati settori, come l'ICT, riescono a prescinderne e a prosperare. Possiamo senz'altro vantare diverse realtà di eccellenza.

My Solar Family è un progetto che si colloca a metà tra l'energia rinnovabile e l'ICT, per cui la Sardegna in generale e Cagliari in particolare sono perfettamente adatte al suo sviluppo. Aggiungo e tengo a sottolineare che il progetto è stato inizialmente finanziato con tutti e soli capitali privati sardi. Credo che sia doveroso riconoscere la propensione di almeno una parte del tessuto imprenditoriale sardo nell'investire in idee e tecnologie innovative. I programmi di Sardegna Ricerche per startup e innovazione ci hanno permesso poi di ridurre i tempi di sviluppo e il time-to-market in modo sensibile: non sono tante le regioni d'Italia che possono vantare la stessa qualità di servizio e la stessa professionalità.

Redattore
Carlo Contu


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