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Intervista a BiiHar, startup finalista all'edizione 2016 della Start Cup Sardegna

Smartphone su cui è installata un'app di telemedicina 
24.10.2016
Lo scorso 24 giugno si è svolta a Cagliari la finale locale della Start Cup Sardegna 2016, durante la quale sono state selezionate 5 delle 10 imprese innovative che avranno accesso alla fase finale dell'iniziativa. Fra queste c'è anche BiiHar, startup del settore mobile health che aveva già partecipato anche al Contamination Lab dell'Università di Cagliari.

BiiHar è un sistema che punta a migliorare la comunicazione all'interno dei team multidisciplinari che si occupano di pazienti con problemi di obesità. Per capire meglio di cosa si tratta abbiamo intervistato Maria Giovanna Lovicu, ideatrice del progetto.

Che cos'è BiiHar?
BiiHar è un progetto che nasce da una mia personale esperienza. Ormai da metà della vita affronto un problema pesante, in tutti i sensi. BiiHar fonde in sé l’attitudine imprenditoriale e l'intento sociale di supportare professionisti e pazienti legati alla risoluzione di questo problema, uno dei più gravi ai nostri giorni: l'obesità.

Quello che ci siamo chiesti è: cosa possiamo fare per facilitare il lavoro di chi è coinvolto in un percorso di questo genere? Allora abbiamo pensato a BiiHar, un sistema che punta a migliorare la comunicazione all'interno di team multidisciplinari, attraverso uno strumento condiviso in grado di creare un ponte all'interno dell'equipe e con le persone seguite. Un sistema veloce, ben organizzato e facilmente condivisibile. Una tecnologia complessa ma di facile utilizzo, pensata per essere user-friendly. Abbiamo pensato di collocarci a metà strada tra una mobile app e un software gestionale. Dopo una prima fase di studio e analisi del mercato e della letteratura scientifica, siamo passati all'analisi delle specifiche esigenze di professionisti e pazienti attraverso interviste e focus group. Abbiamo stretto una solida partnership con il Centro Obesità di Cagliari, con cui collaboriamo in maniera a dir poco entusiastica. Ma vediamo un po' nel dettaglio come funziona. Webapp e account desktop sono il cuore del sistema BiiHar: l'app permette al paziente di visionare il proprio percorso nelle diverse sezioni (quali dieta, attività fisica, appuntamenti clinici) e permette di inviare e ricevere feedback sull'andamento del proprio percorso in tempo reale. L'account per i professionisti invece consente di monitorare, anche a distanza, l'andamento del paziente, visionare i feedback e, se necessario, rispondere nella maniera più opportuna. BiiHar permette di avere account condivisi per tutto il team, dove reperire le cartelle cliniche di tutti i pazienti aggiornate giorno per giorno: in questo modo garantisce una veloce fruibilità delle informazioni, ne limita lo smarrimento e incrementa il tempo dedicato alla cura dei propri pazienti.

Da chi è composto il team di BiiHar?
Il team BiiHar ha seguito un iter un po' anomalo ma entusiasmante. Inizialmente, dopo il percorso del ContaminationLab, per diversi motivi i miei due compagni di viaggio hanno deciso di non proseguire con il progetto. Ma io non ho smesso di credere nella mia idea e ho letteralmente "contagiato" Salvatore Chillotti, ex c-labber anche lui, laureato in Ingegneria e Architettura qui a Cagliari. Lui è il grafico tuttofare del team che, oltre ad occuparsi della progettazione grafica del sistema, è anche un validissimo scouter di opportunità per il progetto. È nata subito una sinergia a livello professionale e umano che ha contagiato a sua volta Marco Casto, laureato in Psicologia sempre presso l'ateneo cagliaritano. Con il suo background ha sposato subito il progetto ed è riuscito a scovare tutti gli elementi necessari per far crescere il progetto. Il primo ad essere "contagiato" è stato Lorenzo Fiori, laureato in economia. È stato poi il momento di Federico Stella e Matteo Murtas, laureati presso la facoltà di informatica. In ultimo, scovato al mare anche un po' per caso, è arrivato Dario Puligheddu, studente di informatica che ha conquistato tutti con la sua energia e simpatia, con la sua profonda conoscenza delle tecnologie e gli strumenti utili per far spiccare il volo a BiiHar. Siamo un team variopinto, tanti ragazzi scalmanati e pieni di energia. Spetta a me, unica donna del team, tenerli a bada! Scherzi a parte, nel nostro team vige un'armonia naturale e siamo sempre sinergici nei nostri progressi, nonostante, come è ovvio che sia, non manchino i momenti di confronto e di discussione. Ma anche questi sono qualcosa di naturale e spontaneo, volti alla crescita.

Insieme a noi collaborano sin dall'inizio la professoressa Fernanda Velluzzi, docente e ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze Mediche "Mario Aresu", endocrinologa responsabile del centro Obesità di Cagliari, e il professore Andrea Loviselli, professore associato presso Dipartimento di Scienze mediche "Mario Aresu" e coordinatore del corso di laurea in Scienze motorie e direttore della scuola di specializzazione in medicina dello sport. Io ho sempre vissuto il problema dell'obesità in prima persona e quando ho visto di cosa si occupavano le ricerche e i lavori dei due docenti ho deciso di contattarli subito. Parlando con loro si è creato subito un feeling particolare e mi sono resa conto che i prof affrontano dal versante opposto il medesimo problema. Credono fortemente che solo la collaborazione e la condivisione dei metodi e degli obiettivi possa essere una chiave vincente per combattere l'obesità e al contempo sono coscienti di quante siano le difficoltà nell'affrontarlo. Il principale problema da affrontare infatti è proprio quello legato agli abbandoni da parte dei pazienti.

Avere due esperti come loro che credono nel nostro progetto non è poco. Dopo un'esperienza trentennale nel campo dell'endocrinologia classica, da circa 15 anni hanno cominciato l'attività ambulatoriale basata sul principio dell'interdisciplinarietà e della interazione e integrazione delle competenze. Hanno sempre voluto superare il concetto di obesità = dieta per focalizzarsi di più sull'analisi del paziente a 360 gradi. La dieta è solo un tassello di un mosaico e va a inserirsi nella complessità che caratterizza un individuo nella sua personalità e nel suo intimo. Con loro al nostro fianco, abbiamo davvero un valore aggiunto non indifferente.

Il mercato su cui vi affacciate è un mercato molto affollato? In cosa vi differenziate rispetto ai vostri competitor?
BiiHar si posiziona in una fetta di mercato che interseca sia le soluzioni di mobile health che le soluzioni di software gestionali. L'intersezione di questi due mercati è data dalla necessità di soddisfare i bisogni sia dei clienti, ovvero i Centri obesità multidisciplinari pubblici e privati, sia di altre due categorie di beneficiari: i pazienti dei centri stessi e i professionisti che compongono i team multidisciplinari con i quali i centri affrontano patologie come l'obesità. Quando parliamo di questa intersezione stiamo parlando di una fetta di mercato molto promettente con un tasso di crescita in continua ascesa. Il mercato del mobile health secondo un rapporto di Berg Insight del 2015 vale ad oggi 6,2 miliardi di euro a livello mondiale, e 30 milioni di euro solo in Italia, con un tasso di crescita del 32% annuo. Quello inerente i software gestionali, secondo il rapporto pubblicato da Assinform a marzo del 2016, ha un valore di 65 miliardi di euro. BiiHar si colloca a cavallo tra i due e sceglie come nicchia di partenza il mondo dell'obesità. Ovviamente in uno scenario come questo non mancano i competitor, ma il sistema BiiHar presenta funzionalità maggiormente integrate rispetto ai prodotti offerti dai maggiori player del settore. I punti di forza sono la personalizzazione, la versatilità e la semplicità d'utilizzo. La personalizzazione permette a ogni struttura di modificare il sistema in base alle proprie esigenze. La versatilità invece consente ai beneficiari, professionisti o pazienti, di utilizzare il sistema da qualsiasi device, garantendo un costante scambio di informazioni. La semplicità di utilizzo fa sì che tutte le informazioni immagazzinate siano facilmente reperibili sia dal team di lavoro, sia dal paziente. La sicurezza e la privacy di quest'ultimo hanno la massima priorità e vanno affrontati con la massima attenzione per garantire la protezione dell'app al fine di prevenire furti di dati e di identità.

Quali sono i vostri obiettivi?
Abbiamo stilato una road map ponendo delle milestone ben precise. Alla prototipazione, terminata a settembre per permettere dei test interni, è seguita l'uscita del Minimum Viable Product e a questo punto è cominciato il vero e proprio test di validazione, che prevede l'inserimento di BiiHar all'interno di percorsi reali grazie al coinvolgimento del centro obesità di Cagliari. Dai risultati ottenuti (gennaio-febbraio 2017), si prospetta la costituzione della startup come spinoff accademico in collaborazione con la professoressa Velluzzi del centro obesità di Cagliari. Prevediamo poi l'uscita di una versione Beta stabile per aprile 2017. Uno degli obiettivi cardine, sul quale si lavora già dal principio, è rendere il sistema estremamente dinamico e sicuro per garantire la privacy dei professionisti e preservare i dati dei pazienti da azioni di hackeraggio tutelando la struttura ospedaliera pubblica o privata.

Quali sono gli elementi fondamentali per innovare efficacemente nel sociale?
Per innovare in maniera efficace in ambito sociale bisogna avere cuore, occhi, orecchie e cervello strettamente interconnessi. Il cuore rappresenta la passione per quello che si fa: bisogna avere non solo voglia ma predisposizione per lavorare a contatto con chi beneficerà del nostro prodotto. Gli occhi e le orecchie servono per vedere e ascoltare i reali bisogni delle persone. Il cervello, da parte sua, fa una sintesi di tutto quello che cuore, occhi e orecchie hanno raccolto, e lo trasforma in una valida strategia di mercato, in un chiaro business plan e così via.

L'innovazione sociale per quello che abbiamo avuto modo di vedere, si discosta dall'innovazione tout court che nasce dalla competizione di mercato e dalla ricerca di un maggiore profitto. Questo non può e non deve stare alla base di un progetto che nasce con un'anima prettamente sociale. La fornitura di prodotti e servizi in grado di soddisfare un bisogno o un'esigenza "sociale" non è più garantita né dal mercato né dalle amministrazioni pubbliche. È come se ci fosse un vuoto, e questo apre il campo alle risorse e forze del privato sociale, all'imprenditorialità dal basso, a team come il nostro che si organizzano per soddisfare nuovi e vecchi bisogni, per ottimizzare l'utilizzo delle risorse già esistenti, per realizzare soluzioni più soddisfacenti e al passo con il cambiamento.

Avete partecipato sia al Contamination Lab che a CambiaMenti: in che modo questi due programmi vi hanno aiutati a crescere?
Il ContaminationLab e CambiaMenti sono stati i due programmi che hanno fatto sì che BiiHar nascesse, si sviluppasse e trovasse le sue ali, la sua forza. Durante il Contamination Lab Unica insieme ai miei compagni di viaggio, e mi riferisco a tutti i ragazzi che hanno partecipato all'edizione con me, ho avuto modo di scoprire parti di me che avevo celato anche a me stessa. Ho realizzato in breve tempo che tutto quello che volevo fare potevo farlo, dipendeva da me. La forza, la voglia che si scatena nella competizione con altri team è indescrivibile! Con l'aiuto del Contamination Lab sono riuscita a tirare fuori un problema che non va nascosto, né trascurato, né tanto meno taciuto, e ho trovato il modo di trasformarlo in qualcosa di positivo, addirittura in un business!

Il programma CambiaMenti di Sardegna Ricerche è stato poi un banco di prova, arrivato pochi mesi dopo. Il progetto BiiHar non è stato selezionato tra i finalisti del Contamination Lab perché era un progetto molto, troppo acerbo in quel momento, soprattutto visto lo standard delle altre idee. Lì mi sono detta che era arrivato il momento di mettere in pratica quanto appreso sino a quel momento. E con i miei nuovi compagni di viaggio ci siamo schiariti le idee e ci abbiamo provato. Abbiamo lavorato sodo per recuperare il terreno, per dare consistenza alla nostra idea, per rafforzare gli accordi. Il percorso CambiaMenti ha rafforzato quanto appreso al Contamination Lab e ha aggiunto una parte fondamentale. Con il supporto economico ha fatto sì che acquisissimo ancora più credibilità, così dalle parole si è passati ai fatti. Ora aspettiamo che il board tecnico termini la prima versione del sistema per testarla grazie al supporto del centro obesità di Cagliari e insieme all'aiuto di Make a Cube, partner del programma CambiaMenti, stiamo riuscendo a incrementare la nostra rete di conoscenze. Il futuro di BiiHar, come quello di ogni startup, è incerto, ma posso garantirvi che abbiamo fatto tesoro di tutte le esperienze e siamo pronti a evolvere con il progetto e portarlo a un nuovo livello. Personalmente consiglio a tutti di partecipare al ContaminationLab e alla miriade di progetti promossi da Sardegna Ricerche, perché ce ne sono per tutti, bisogna solo essere motivati e dimostrarlo!

Redattore
Carlo Contu