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Biotecnologie applicate all'industria e all'ambiente

Le cosiddette "white biotechnologies", denominate anche "the third wave of biotechnology" (dopo quelle farmaceutiche ed agricole), promettono di rivoluzionare l'intera industria manifatturiera.

Attualmente esse trovano innumerevoli usi industriali. Oltre che per la produzione di combustibili, sono applicate all'industria chimica, automobilistica, della plastica, tessile, cartacea, farmaceutica, ecc.
Tutte le applicazioni condividono tuttavia un fondamento scientifico e tecnologico comune: partendo da materiali rinnovabili o di scarto come materia prima, utilizzano dei microrganismi (anche geneticamente modificati) ed i loro singoli componenti cellulari (enzimi) per ottenere prodotti in modo sostenibile.

Attraverso l'uso di queste tecnologie i processi chimici convenzionali potranno conoscere, nei prossimi anni, una profonda trasformazione risolvendo molte problematiche di pubblico interesse quali la gestione dei materiali di scarto, delle emissioni di CO2 e delle risorse idriche ed energetiche (si stima che il costo dei nuovi processi potrebbe essere 40% in meno di quello dei
processi convenzionali, comportando un risparmio del 70% dei capitali attualmente impiegati).

In un contesto socio-economico sempre più orientato a un concetto di sostenibilità ambientale, l'impulso che sarà dato all'industria chimica dai processi biotecnologici costituirà un fondamentale elemento di innovazione non solo nella catena industriale, ma anche nel panorama della protezione dell'ambiente.

Per queste ragioni le biotecnologie bianche hanno un grande potenziale sul mercato e si stima che il loro market share sia destinato ad aumentare considerevolmente nei prossimi anni.