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Autismo oggi: l'esperienza dell'ospedale Brotzu

Bambino 
17.04.2008
L'autismo, malattia conosciuta da 65 anni (la prima pubblicazione, sulla rivista Nervous Child, dal titolo "Autistic Disturbances of Affective Contact", risale al 1943) è nota al grande pubblico solo grazie a film di successo ("Rain Man" ottenne 4 Oscar nel 1988 e l'Orso d'Oro a Berlino nel 1989) e libri come "Un antropologo su Marte" (di Oliver Sacks, Adelphi, 1998), "Pensare in immagini e altre testimonianze della mia vita di autistica" (di Temple Grandin, Erickson, 2001), "Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte" (di Mark Haddon, Einaudi, 2005).

Questa patologia, scoperta indipendentemente da Leo Kanner e Hans Asperger, riveste un particolare valore emotivo in quanto interessa la dimensione sociale e comunicativa. L'autismo si manifesta con alterazioni dell'immaginazione, della comunicazione verbale e non verbale, dell'interazione sociale. Sono molto frequenti la stereotipia (ripetizione di gesti, come toccare oggetti o parti del corpo) e l'ecolalia (ripetizione di parole o frasi) e talvolta all'autismo si associano gravi malattie genetiche (sclerosi tuberosa, sindrome dell'X fragile, anomalie cromosomiche).

Generalmente ci si trova di fronte a una disorganizzazione neurologica che non consente lo spontaneo espletamento di molte attività quotidiane, in particolare quelle che richiedono una stretta interazione con il mondo esterno e si ampiamente di Disturbi pervasivi dello sviluppo. Le forme "più leggere", definite ad alto funzionamento, ricadono nello spettro della sindrome di Asperger (termine coniato dalla psichiatra inglese Lorna Wing nel 1981). Tuttora le cause dell'autismo non sono concordemente riconosciute: una delle ipotesi è che la malattia possa essere il frutto dell'esposizione precoce (o prenatale) a metalli pesanti, agenti chimici e farmacologici, insieme a una serie di concause molto variabili, la cui azione combinata determina gravi modifiche nel normale equilibrio metabolico e neurologico.

I disturbi dello sviluppo generalmente, la cui incidenza varia (a seconda della zona e dei criteri diagnostici) da 2 a 20 persone su 10.000, si presentano prima dei 3 anni. Per fortuna, con tecniche opportune e metodologie adeguate, tutti i bambini sono in grado di imparare: nell'autismo l'educazione diviene elemento indispensabile per compensare le enormi difficoltà e acquisire le conoscenze che assicurano un'esistenza soddisfacente e le abilità di base necessarie a compiere le azioni del vivere quotidiano. Le opportunità di riuscita di questo approccio e le più aggiornate conoscenze scientifiche sull'argomento sono raccolte nel libro "I disturbi pervasivi dello sviluppo" di Giuseppe Doneddu e Roberta Fadda (Armando Editore, 2007, 432 pagine, 45 euro). Doneddu dirige il Centro regionale per l'autismo dell'azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari. Roberta Fadda è ricercatrice del dipartimento di Psicologia dell'Università di Cagliari. L'esperienza pluriennale e le collaborazioni scientifiche con alcuni dipartimenti universitari di livello mondiale (in particolare il Center for Autism and Related Disabilities Alessandri & Associates, Miami, Florida) fanno di questo Centro (cui afferiscono oltre 300 persone, provenienti da tutta la Sardegna) un riferimento di assoluto valore.

A partire dalla descrizione dei disturbi pervasivi dello sviluppo il volume illustra gli stili di comunicazione, interazione sociale e apprendimento nelle persone con autismo, il funzionamento percettivo, il riconoscimento delle emozioni, la percezione dei volti (anche in chiave diagnostica). Nel libro di Doneddu e Fadda sono poi analizzate le prospettive comportamentali dell'approccio all'autismo (Applied Behavior Analysis) e gli obiettivi di apprendimento, con un lungo capito dedicato alle tecniche di intervento educativo impiegate con successo nel centro per l'autismo del Brotzu. Qui troviamo la descrizione di un ausilio tecnologico usato nell'apprendimento per immagini (il comunicatore multimediale Alpaca) interamente realizzato in Sardegna e fornito dalle Asl ai bambini cui viene prescritto: "i comunicatori multimediali palmari" - si legge a pagina 369 - "attivano un menù dal quale può essere scelto un grande numero di supporti visivi (foto, simboli, parole, frasi) associati a espressioni vocali, che consentono l'uso di un sistema lessicale e grammaticale adeguato al livello di sviluppo di ciascun bambino e fruibile nei più svariati contesti relazionali".

Andrea Mameli
Ricercatore CRS4

Link utili
Azienda Ospedaliera Brotzu
ALPACA - Alternative Literacy, PDA and Augmentative Communication for Autism