Tutela della proprietà intellettuale in Sardegna
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La tradizione della tintura naturale in Sardegna
Tessuti tinti con coloranti naturali
23.04.2019
L'arte tintoria che si avvale di risorse naturali è un'arte senza tempo e anche in Sardegna rappresenta una risorsa preziosa, un patrimonio inestimabile che abbiamo ereditato e che è fatto di conoscenze da preservare, tramandare e sostenere come fonte continua di ispirazione e innovazione.

Eppure, nonostante il ruolo rilevante che tale arte riveste per l'ambiente, non esiste ancora in Sardegna una filiera produttiva che copra l'intero ciclo dei processi di lavorazione totalmente tracciabile: dalla produzione e lavorazione delle materie prime naturali, a quelle semilavorate (filati, tessuti, maglieria), alla tintura con risorse naturali e al prodotto finito.

È proprio questa tradizione che il nostro Sportello Proprietà intellettuale sta cercando di sostenere e ravvivare, con un ciclo di incontri dedicato al tema dei saperi tradizionali e il cui primo appuntamento è stato dedicato proprio all'arte della tintura. L'evento si è svolto lo scorso 8 aprile alla Manifattura Tabacchi di Cagliari ed è stato l'occasione per affrontare gli aspetti teorici della tintura naturale, per poi passare alla pratica con la effettiva colorazione di alcuni tessuti grazie all'utilizzo dei metodi tradizionali.

La storia della tintura in Sardegna si può far risalire al Neolitico, quando veniva realizzata attraverso l'uso di piante e minerali di cui l'Isola è ricca. Nel corso del tempo queste tecniche si sono trasformate e aggiornate grazie all'utilizzo di prodotti e tecniche sia locali che importati dai popoli del mare. Fenici, punici e poi romani hanno introdotto nuovi tessuti, come ad esempio il lino, e nuove tecniche di colorazione che hanno resistito sino al '900: l'uso del melograno (sia la corteccia che la buccia del frutto) per il colore giallo, il mallo della noce per le tonalità dal nero al marrone, il ligustro e la robbia per il rosso, ma anche lo zafferano e la porpora ottenuta dai gasteropodi, dalla cocciniglia e dal kermes.

Altri momenti importanti nella storia della tintura in Sardegna sono stati il Medioevo, quando l'introduzione della seta ha stimolato lo sviluppo di nuove tecniche di colorazione, e il '700, con la diffusione dell'indaco e di altre piante come l'oricello, un lichene della Gallura, la corteccia dell'ontano, la fitolacca diffusa nel nuorese e nel Sarrabus e, infine, il campeggio, un legno rosso molto utilizzato nel paese di Desulo.

Con la scoperta del primo colore di sintesi, ad opera di un giovane ricercatore inglese che nel 1856 brevetta il primo colorante di sintesi, la porpora anilina, l'utilizzo delle specie botaniche come risorse tintorie subisce un declino. E tuttavia, nonostante l'avvento dei coloranti chimici, in Sardegna continuano a essere utilizzate anche oggi le tinture naturali.

Vista la sua evoluzione geologica, biogeografica e culturale, la Sardegna possiede le condizioni di sviluppo di un patrimonio di specie significativo, ma è indispensabile che a valle di un processo produttivo davvero completo e tracciabile vi sia un continuo studio, accurato e dettagliato, delle risorse botaniche e animali che compongono il patrimonio ambientale sardo. Esse costituiscono infatti un ecosistema delicato ma fondamentale: l'utilizzo di piante spontanee e specie autoctone deve avvenire in maniera controllata per preservarne l'esistenza ed evitarne l'estinzione, nel rispetto della biodiversità dell'Isola.

D'altro canto, diviene sempre più imprescindibile ragionare in una prospettiva integrata per la tutela e la salvaguardia del patrimonio culturale e ambientale della Sardegna, dinanzi a strumenti normativi che risultano ancora carenti in termini di integrazione e interrelazione. Forse i tempi sono propizi per ragionare su nuovi strumenti pensati in una prospettiva davvero olistica e organica, che tenga conto di tutte le risorse, sia materiali che intellettuali, di questo inestimabile patrimonio di risorse e di conoscenze, nel pieno rispetto dei valori sottesi e delle comunità interessate.


Scopri il ciclo di seminari dello Sportello Proprietà intellettuale dedicati ai saperi tradizionali della Sardegna.

Fotografia di Christian Tassi.