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La startup sarda Vivocha al London Web Summit

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28.02.2013
Nel cuore della City di Londra, precisamente nel Brewery, famoso locale sede di mostre ed eventi di ogni genere, il 1° marzo 2013 si terrà il London Web Summit, competizione tra startup europee svoltasi per la prima volta nel 2009 e diventata uno degli eventi di riferimento per il mondo delle imprese in erba. Tra le finaliste che voleranno a Londra c'è anche Vivocha, startup con sede a Cagliari, oltre che a San Francisco e Milano, che offre alle aziende servizi di customer care online.

Nato come un appuntamento di nicchia, l'ultima edizione dello scorso autunno a Dublino ha visto la partecipazione di circa 4000 persone, la presenza di media del calibro del Financial Times o del Wall Street Journal e di riviste specializzate nel settore delle nuove tecnologie come TechCrunch oltre a numerosi investitori e venture capitalist. Per l'appuntamento del primo marzo tra le numerose startup candidate, la giuria ha selezionato 25 imprese che prenderanno parte alla fase finale. Come detto tra le finaliste c'è anche Vivocha, startup sarda che lo scorso ottobre, durante il Dublin Web Summit, è stata nominata tra le 20 più promettenti startup mondiali.

Abbiamo incontrato il CEO di Vivocha, Gianluca Ferranti, per conoscere più da vicino questa giovane realtà imprenditoriale e per capire meglio come si svolge il London Web Summit e quali opportunità può riservare.

Di cosa si occupa Vivocha?
Il nostro progetto consiste in una piattaforma che consente agli utenti web di interagire con un operatore in tempo reale nelle fasi di scelta e acquisto di un prodotto e nella successiva assistenza post-vendita. Si tratta di un prodotto destinato a tutte le aziende che operano nell'ambito dell'e-commerce o che stanno portando processi di customer care sul web. La nostra idea è quella di offrire una soluzione che consenta di strutturare l'interazione con il cliente secondo regole definite e monitorabili in tempo reale. Vivocha fonda il proprio modello di business sulla convinzione che, da un lato, il consumatore non può essere abbandonato di fronte alla pagina web e, dall'altro, chiunque propone un prodotto o un servizio via web ha bisogno di strumenti ad hoc per la relazione online a supporto dell'attività degli addetti al customer relationship management.

Quando nasce l'idea alla base della startup?
Vivocha nasce come progetto di Reitek, una delle principali realtà del mercato del customer relationship management (CRM) italiano, dove io e Federico Pinna, l'altro socio fondatore e CTO di Vivocha, ci siamo conosciuti ed abbiamo collaborato per diversi anni. A metà del 2011 abbiamo lanciato un progetto di spin-off. Rilasciata la soluzione in beta testing e convinto alcuni dei principali brand del mercato italiano a sperimentare la nostra piattaforma, a novembre del 2011 abbiamo vinto la business plan competition di Mind The Bridge. Ci siamo quindi trasferiti per cinque mesi a San Francisco dove abbiamo completato il business plan ed affinato il modello di business. Tornati in Italia abbiamo chiuso un round di finanziamenti con i fondi Vertis Venture e Principia II.

Oggi il nostro team è composto da undici persone, che a fine anno diventeranno venti. In Italia abbiamo numerosi importanti clienti come Enel, Wind-Infostrada, Fastweb, Findomestic, LiuJo, Genialloyd, INGDirect, CheBanca, per citarne solo alcuni. Siamo leader nel mercato domestico e grazie alla nostra tecnologia ci stiamo rapidamente espandendo sui mercati internazionali tra cui quello statunitense.

Come mai la scelta delle tre sedi e perché, insieme a San Francisco e Milano, proprio Cagliari?
Cagliari e Milano sono la naturale scelta dettata dalla presenza dei due soci fondatori (Federico a Cagliari e Gianluca a Milano). Da subito abbiamo deciso di dare una connotazione internazionale al progetto Vivocha aprendo una sede a San Francisco. L'obiettivo è di mantenere il settore della ricerca e sviluppo a Cagliari, mentre la parte dedicata al marketing muoverà progressivamente verso il mercato americano.

Come si svolge la competizione di Londra?
Delle centinaia di startup che hanno presentato la loro candidatura, inviando il proprio business plan, pitch e rispondendo a domande strutturate, una giuria composta da venture capitalist, startupper di successo, giornalisti ed esperti del settore high-tech hanno selezionato le migliori 25 che accedono alla finale. Quattro aziende sono infine selezionate per presentarsi davanti alla platea degli oltre 1.500 partecipanti previsti. Da qui si sceglie il vincitore.

Quali opportunità vi aspettate dal London Web Summit?
Abbiamo principalmente tre obiettivi: presentare Vivocha al mercato britannico, ricercare personale per la prossima apertura di un ufficio a Londra e presentarci a venture capitalist.

È importante per una startup partecipare ad eventi nazionali e internazionali?
Questi eventi offrono una discreta visibilità, però bisogna stare attenti agli obiettivi. Privilegiamo eventi che possano essere utili a farci strada sul mercato, consideriamo secondaria la visibilità mediatica. Il rischio altrimenti è diventare autoreferenziali e misurare il progresso della startup sulle citazioni e non su ricavi e profitti.

Quali progetti nel futuro di Vivocha?
Operiamo in un mercato destinato a valere oltre un miliardo di dollari nel giro di qualche anno. Siamo fortemente convinti di poter essere uno dei principali attori su scala globale. Per ora abbiamo lavorato come dei matti per rispettare un piano di crescita e sviluppo a cui nessuno credeva e non abbiamo ancora mancato una milestone!

Link utili
Vivocha

Sara Palmas
Redattrice