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Quando Internet raggiungerà il suo limite

Smartphone 
26.06.2013
Ogni settimana appaiono sul mercato nuovi dispositivi mobili che permettono di condividere le proprie foto, video e dati con tutto il mondo, o accedere a tutte le informazioni multimediali possibili. Entro la fine del 2013 il numero di dispositivi mobili collegati alla rete supererà il numero di persone che abitano il pianeta mentre la quantità dei dati è cresciuta del 70% nello scorso anno.

Il problema che il consumatore non percepisce è che la rete su cui questi contenuti viaggiano ha dimensioni finite e che quindi si possono creare dei colli di bottiglia in cui le informazioni stentano a passare. In merito a come Internet possa tenere il passo con l'aumento della domanda di servizi Scientific American ha intervistato Markus Hofmann, capo della Bell Labs Research, la divisione ricerca e svilupppo di Alcatel-Lucent.

Hofmann inizia spiegando che il limite alla capacità della rete è stato teorizzato e ha un nome: limite di Shannon non lineare, dal nome del matematico Claude Shannon. Sulla base di alcuni calcoli si può prevedere che, con una rete come quella odierna, si arriverebbe alla saturazione raddoppiando il traffico attuale, quindi nel giro di quattro o cinque anni. Il problema da affrontare è che alcune costanti sono immutabili, ad esempio la velocità della luce, per cui le soluzioni prospettate devono tenerne conto.

Riportiamo di seguito un'infografica relativa all'andamento dell'internet mobile in Italia realizzata sulla base dei dati raccolti dall'Osservatorio Mobile Internet, Content & Apps della School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con Doxa.
Come va l'internet mobile in Italia



Scartando le ipotesi di accrescere la larghezza di banda aumentando la fibra, molto costose e che servirebbero solo a posticipare il problema, si deve pensare ad un approccio diverso. L'alternativa ha un nome: spatial division multiplexing. In parole povere trasmettere più canali all'interno di un unico cavo. Il cambio di visione sarà passare da una rete di dati grezzi, costituiti da bit e byte, ad una di informazioni rilevanti per gli utilizzatori, un network di informazioni, da una condivisione di dati e documenti all'interpretazione di questi. La rete dovrebbe diventare più consapevole delle informazioni che trasporta, per attribuire priorità di consegna e operare in maniera più efficiente.

Ma come? Senza pensare a sistemi che "guardino" quali sono le informazioni, come deep-packet inspection sulla base di cui funzionano gli antivirus, una soluzione potrebbe essere quella di etichettare i dati e dare le istruzioni di rete per la gestione dei diversi tipi di dati. Per esempio si potrebbe ipotizzare una politica che stabilisca che un flusso video deve avere la priorità su una e-mail, senza indagarne i contenuti. Per le decisioni di routing la rete prenderebbe in considerazione questi tag applicati ai dati.

Per ridurre invece la massa di dati che viene immessa in rete, bisognerebbe evitare che i dispositivi generino e riversino sulla rete quantità enormi di dati grezzi che sono indirizzati verso centri dati per l'elaborazione e la memorizzazione. Un esempio su tutti, i video di sicurezza registrano tutto e i controlli su soggetti sospetti avvengono solo successivamente, se il riconoscimento facciale invece avvenisse in locale e ci fosse la trasmissione delle informazioni solo quando questo ha esito positivo, la quantità dei dati sarebbe sensibilmente di meno.

Questo cambio di approccio non significherebbe comunque una fine di internet, solo una diversa organizzazione della stessa. La rete è composta da grandi data center centralizzati, che sono indispensabili per esempio quando è necessario aggregare i dati su scala globale. Ma i nostri dispositivi personali, siano smartphone o set-top box del nostro televisore, potranno raccogliere dati sulle nostre preferenze, analizzarli e inviare ai provider solo queste indicazioni, invece dei dati grezzi.

Anche per quanto riguarda la privacy bisognerebbe arrivare a nuovi strumenti, per esempio avere una sorta di "manopola" che permetta al singolo di scegliere il giusto compromesso tra privacy e personalizzazione. Quante più informazioni su di me e sulle mie preferenze fornisco, tanto più saranno personalizzati i servizi che ricevo; se poi cambio idea, fornendo meno informazioni, devo poter ricevere comunque servizi, anche se un po' meno mirati.

(Fonte: Scientific American - When will the internet reach its limit?)