Logo Regione Autonoma della Sardegna
RICERCA E SVILUPPO TECNOLOGICO IN SARDEGNA
sardegnaricerche...  ›  ...  ›  agenda  ›  archimede webzine  ›  video  ›  su science i lampi-radio...

Su Science i lampi-radio scoperti con il contributo di astrofisici cagliaritani

Albero e cielo stellato sullo sfondo 
09.07.2013
Sull'ultimo numero della rivista Science è stato pubblicato l'annuncio di una straordinaria osservazione effettuata con il radiotelescopio australiano di Parkes del Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization (CSIRO): lampi-radio provenienti da lontanissime distanze cosmiche, fino a 11 miliardi di anni luce, sono stati osservati da un team internazionale di cui fanno parte quattro ricercatori dell'INAF-Osservatorio Astronomico di Cagliari e dell'Università di Cagliari.

I lampi-radio si presentano come brevissimi e isolati impulsi della durata di appena qualche millesimo di secondo. Essi però arrivano a Terra scaglionati in tempi diversi, in ragione della lunghezza d'onda di osservazione su cui si sintonizza il radiotelescopio. Questo fenomeno è noto come dispersione ed è dovuto agli effetti del gas elettricamente carico che le onde radio attraversano nel loro tragitto. Più lungo è il cammino percorso, più grande è lo sparpagliamento con cui percepiamo gli impulsi.

"Dalla misura dello sparpagliamento – spiega Marta Burgay, una delle ricercatrici INAF coinvolte nella scoperta – è stato possibile risalire alle distanze da cui sono giunti i quattro impulsi osservati, che variano da 6 a 11 miliardi di anni luce. Dunque i lampi-radio sono stati emessi quando l'universo aveva un'età che era circa la metà di quella attuale". Una proprietà che permetterà di utilizzare questi segnali come sonde naturali per indagare direttamente cosa c'è lungo lo sterminato percorso che i lampi-radio effettuano prima di arrivare fino a noi: certamente materia ordinaria, ovvero gas e polveri, ma forse anche tracce della presenza di materia oscura.

Ad aggiungere ulteriore interesse sull'individuazione dell'origine di questi remoti lampi-radio c'è il loro numero, che deve essere elevatissimo. Infatti per osservare uno di questi eventi bisogna puntare il radiotelescopio nella direzione giusta proprio nel brevissimo intervallo di tempo in cui il lampo-radio sta arrivando. "Dal fatto che abbiamo registrato 4 eventi stimiamo che devono verificarsi circa 10.000 lampi-radio al giorno in tutto il cielo, come dire un lampo-radio ogni 10 secondi" sottolinea Andrea Possenti, direttore dell'Osservatorio Astronomico INAF di Cagliari, che ha partecipato alla ricerca. "Questa frequenza è oltre 1.000 volte più grande di quella tipica degli studiatissimi lampi di raggi gamma".

Fin da prima dell'annuncio ufficiale della rivista Science, la comunità scientifica internazionale aveva cominciato a mostrare un grandissimo interesse per questa nuova classe di fenomeni cosmici ed è probabile che nei prossimi mesi saranno pubblicati moltissimi lavori teorici con l'obiettivo di selezionare una serie di probabili sorgenti di lampi-radio. L'individuazione fra esse della vera sorgente richiederà però ulteriore intenso lavoro osservativo, come indica un altro dei membri italiani del team che ha condotto le osservazioni, Nicolò D'Amico, docente presso l'Università di Cagliari e associato INAF, direttore del progetto del Sardinia Radio Telescope: "Per discriminare il vero responsabile sarà necessario in primis aumentare di molto il numero di eventi osservati. In secondo luogo identificare questi lampi-radio quasi in tempo reale, così da permettere l'individuazione di possibili emissioni transitorie in altre bande dello spettro elettromagnetico. In entrambi i casi il Sardinia Radio Telescope reciterà un ruolo di primo piano internazionale".

Oltre a Marta Burgay, Sabrina Milia e Andrea Possenti dell'INAF-Osservatorio Astronomico di Cagliari e Nicolò D'Amico, dell'Università di Cagliari e associato INAF, il team comprende ricercatori dell'Osservatorio di Jodrell Bank dell'Università di Manchester (Regno Unito), del Max-Planck Institute for Radio Astronomy (Germania), dello Swinburne University of Technology (Australia), del Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization (CSIRO, Australia), dell'Australian Research Council Centre of Excellence for All-Sky Astrophysics, della Curtin University (Australia), della West Virginia University (USA) e del Jet Propulsion Laboratory della NASA (USA).

Link utili
Osservatorio Astronomico di Cagliari