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Alla scoperta di NotreDAM, la piattaforma web sviluppata dal CRS4

Immagine astratta blu e nera 
È di qualche mese fa la notizia che NotreDAM, il software open source sviluppato dai ricercatori del CRS4 all'interno di Sardegna DistrICT, il distretto tecnologico delle ICT in Sardegna, è stato adottato dal Public Broadcasting Service (PBS), consorzio statunitense di radiodiffusione pubblica che comprende oltre 300 stazioni televisive pubbliche nazionali. Il PBS ha scelto NotreDAM per la catalogazione dei contenuti audiovisivi del sito "Ken Burns America", che raccoglie il materiale prodotto dal documentarista Ken Burns sulla storia e la cultura americana, oltre a numerosi altri contenuti collegati al suo lavoro.

Un risultato molto importante per il gruppo di lavoro guidato da Maurizio Agelli che ha iniziato a lavorare al progetto NotreDAM nel 2009 e che oggi, oltre alla PBS, vanta numerosi utilizzatori in diversi ambiti di applicazione. Abbiamo rivolto a Maurizio Agelli alcune domande per conoscere NotreDAM.

Cos'è NotreDAM?
NotreDAM è una piattaforma web che serve ad archiviare, a organizzare e a condividere gli asset digitali, ossia tutti quei contenuti, come immagini, video e documenti che si intende archiviare in previsione di un loro riutilizzo. È un DAM, ossia un Digital Asset Manager, da qui il nome basato sul gioco di parole creato dall'abbinamento di "notre", nostro, cioè di noi utenti e DAM.

NotreDAM nasce nel 2010 a partire da un semplice prototipo sviluppato nell'ambito del Laboratorio Produzione prototipi e nuovi format di contenuti digitali, finanziato grazie ai fondi europei POR. Non è una piattaforma di publishing, dunque non intende sostituirsi a un CMS. È piuttosto una piattaforma di backoffice, che si affianca ai tradizionali canali di publishing (web, editoria, tv). Attraverso la nostra piattaforma un gruppo di lavoro può tenere ordinati i propri contenuti e decidere di volta in volta quali pubblicare. Consente infatti di organizzare gli asset digitali in un insieme di folder virtuali, creati dagli utenti sulla base delle loro specifiche necessità. In questo modo, è possibile organizzare i contenuti per eventi, luoghi geografici, persone presenti, anno, ecc.

La piattaforma possiede tutte le tipiche funzionalità di un DAM multi-utente, in particolare per quanto concerne la gestione dei metadati (XMP) e la possibilità di gestire più versioni (rendition) di uno stesso contenuto. Consente inoltre di modellare un insieme di oggetti reali caratteristici di un determinato dominio di utilizzo. Tali oggetti reali possono essere prodotti commerciali, beni culturali, eventi, ecc. Attraverso NotreDAM è possibile mettere in relazione un'asset digitale con uno o più di questi oggetti, in modo tale da far acquisire all'asset digitale le proprietà precedentemente associate all'oggetto reale, come ad esempio, la descrizione e la data di creazione. Questo semplifica enormemente il lavoro di organizzazione dei contenuti in quanto consente da un lato di riutilizzare i metadati, dall'altro di separare la gestione della knowledge base da quella degli asset.

Può presentarci il gruppo di lavoro?
Sono diverse le persone che, con grande professionalità, si sono avvicendate nel team, contribuendo allo sviluppo delle diverse parti della piattaforma: Maria Laura Clemente, Mauro Del Rio, Daniela Ghironi, Federico Caboni, Orlando Murru, Alceste Scalas, Fabrizio Solinas, Felice Colucci.

Abbiamo diverse idee nella roadmap di evoluzione della piattaforma, per lo più suggerite da imprese che usano o vorrebbero usare NotreDAM. Dovendo tuttavia dare priorità ai progetti che ci portano degli introiti economici, al momento il gruppo di lavoro è dedito ad altro e le attività su NotreDAM si limitano al supporto su base best-effort della piattaforma. Metteremo nuovamente mano al codice solo a seguito di contratti che forniscano le necessarie risorse economiche per sostenere tali attività.

A quali mercati si rivolge NotreDAM?
Il mercato dei DAM è suddiviso orientativamente in tre fasce: quelli di fascia economica (sotto i 500 dollari), per lo più costituiti da piattaforme desktop, quelli di fascia enterprise (oltre 100mila dollari) e quelli mid-market (costo dell'ordine di alcune migliaia di dollari).

NotreDAM è rivolto essenzialmente al settore mid-market, costituito da piccole realtà di produzione foto/video, agenzie, redazioni, ecc. Essendo un prodotto open source, è particolarmente orientato a tutte quelle applicazioni di nicchia che richiedono una customizzazione del prodotto, senza per questo dover affrontare costi di sviluppo esorbitanti.

Perché la scelta di distribuirlo con licenza libera?
Potremmo dire perchè questo è richiesto dalla licenza delle componenti open source su cui NotreDAM è stato costruito. In realtà, il vero motivo è che crediamo nel modello del software libero, nella possibilità di migliorare la piattaforma coinvolgendo altri sviluppatori, nella possibilità di costruire un business sui servizi piuttosto che sul solo sviluppo del codice. Essendo la piattaforma open source, chiunque è libero di utilizzarla in tal senso, investendo il proprio tempo e le proprie risorse nell'ottica di ricavarne un profitto. Ciò è in perfetta sintonia con il contesto del laboratorio di Sardegna DistrICT nel quale la piattaforma era stata concepita.

Quali riscontri avete avuto? Chi sono gli utilizzatori di NotreDAM?
I riscontri sono stati positivi sul fronte degli utilizzatori, anche se è difficile avere traccia di quanti hanno scaricato la piattaforma per modificarla sulla base delle proprie esigenze, senza darne alcun feedback. Possiamo dire che NotreDAM è stato utilizzato in ambiti che non avevamo minimamente immaginato, come ad esempio, quello della gestione degli asset digitali per i cataloghi (online e cartacei) della grande distribuzione. È stato usato nell'ambito del progetto Arcipelago Mediterraneo, per catalogare gli asset digitali relativi ai beni culturali. Sardegna Ricerche ha avviato una sperimentazione per gestire la propria digital library. Il Public Broadcasting Service degli Stati Uniti utilizza NotreDAM come piattaforma di backoffice del sito web del grande documentarista Ken Burns. In altri casi, la piattaforma ha costituito un asset che ha contribuito all'acquisizione di nuovi progetti, sia a livello regionale che europeo.

Per quanto riguarda le ricadute sul territorio i risultati sono stati meno incoraggianti, soprattutto se si considera il fatto che la piattaforma era stata concepita affinché portasse un vantaggio alle imprese della Sardegna. È questo l'aspetto su cui dobbiamo maggiormente lavorare adesso. A tale proposito va ricordato che il bando PIA 2013, recentemente pubblicato dall'Assessorato regionale all'Industria, potrebbe essere un'opportunità per proporre dei progetti innovativi che ruotano attorno all'industria dei contenuti digitali.

Link utili
NotreDAM

Sara Palmas
Redattrice