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Le 10 scoperte scientifiche più importanti del 2013

Elica di DNA 
06.02.2014
Nelle scorse settimane il Corriere della Sera ha pubblicato l'elenco delle dieci scoperte scientifiche più importanti del 2013. Si spazia dall'astronomia alla fisica, dalla biologia alla medicina e in molti casi la ricerca italiana ha un ruolo di primo piano.

L'avvenimento più rilevante è dovuto a Planck, satellite dell'ESA realizzato anche grazie al grande contributo dell'Agenzia spaziale italiana e francese. Grazie alle immagini scattate nello spazio i ricercatori hanno analizzato particolari che prima non erano visibili, riuscendo a calcolare che l'universo è formato per il 4,9% da stelle e galassie e per il 26,8% da materia oscura, ossia il 20% in più rispetto a quanto ritenuto in precedenza. È stata anche ricalcolata la velocità di espansione dell'universo (67,15 Km/s/Mpc) e di conseguenza l'età dell'universo, che viene spostata da 13,72 miliardi di anni a 13,82 miliardi di anni.

Al secondo posto troviamo la Organovo Holdings, azienda statunitense che è riuscita a produrre, grazie ad una biostampante 3D, un campione di tessuto di fegato umano dello spessore di 20 cellule. La stampante, realizzata da uno dei fondatori della compagnia, ha un funzionamento simile alle stampanti a getto di inchiostro: depone le cellule e l'idrogel, che costituisce la struttura su cui si forma il nuovo tessuto. La sottile sfoglia di cellule epatiche è in grado di produrre enzimi e colesterolo e sarà utilizzata per testare farmaci e scoprire eventuali effetti collaterali dei medicinali.

Sul podio anche un gruppo di scienziati dell'Istituto Max Planck che è riuscito a sequenziare, grazie ad una tecnica innovativa, del DNA umano risalente a 400 mila anni fa. Il femore da cui il materiale genetico è stato estratto apparteneva a uno scheletro di Homo heidelbergensis, scoperto nella grotta Sima de los Huesos, nella Sierra di Atapuerca nel nord della Spagna. Si pensava di trovare affinità con l'uomo di Neandertal, ma invece le si è trovate con i Denisoviani, i cui resti sono stati trovati in Siberia e che hanno alcuni tratti genetici simili agli aborigeni della Papua Nuova Guinea.

Edmond Halley, osservatore dell'omonima cometa, nel 1692 aveva scoperto che il campo magnetico terrestre ruota in senso orario. I ricercatori dell'Università di Leeds si conquistano la posizione numero 4 analizzando le onde sismiche generate da terremoti di forte intensità che attraversano il centro della Terra e riuscendo così a distinguere la rotazione del nucleo solido del pianeta (costituito da ferro e nichel), che avviene in senso antiorario, da quella del nucleo liquido che lo avvolge, che muove in senso orario (verso ovest). Secondo il professor Livermore, coordinatore delle ricerche, "Il campo magnetico spinge verso est il nucleo interno facendolo girare più velocemente della Terra. Invece spinge in direzione opposta il nucleo esterno liquido, che quindi si muove verso ovest".

Due le scoperte importanti per quanto riguarda il diabete, che condividono il quinto posto. Uno studio europeo, della durata di 20 anni e che ha coinvolto anche le università di Verona, Cattolica del Sacro Cuore di Roma e l'ospedale di Brunico, ha individuato in una proteina il responsabile delle infiammazioni del fegato che possono portare all'insulinoresistenza epatica e alla morte delle cellule beta pancreatiche (diabete di tipo II). Nella facoltà di Medicina dell'università californiana di Stanford è stato sperimentato, per ora su soli 80 pazienti, un vaccino contro il diabete di tipo I (giovanile). Questo vaccino funziona all'opposto rispetto al solito: spegne infatti la risposta immunitaria dei pazienti impedendo che gli specifici linfociti (T Killer CD8) distruggano le cellule pancreatiche che producono l'insulina (isole di Langerhans).

Al numero sei ci sono i ricercatori dell'Università Ludwig Maximilians di Monaco di Baviera e dell'Istituto Max Planck di ottica quantistica, che sono riusciti a rilevare una temperatura al di sotto dello zero assoluto (-273,15° C). Atomi di potassio-39 posti in una camera sotto vuoto sono stati raffreddati con il laser fino ad arrivare a un milionesimo di grado dallo 0 Kelvin, poi sono stati imbrigliati in un reticolo di luce infrarossa che ha provocato l'evaporazione di alcuni e l'ulteriore raffreddamento dei restanti. Questo risultato è stato possibile grazie all'idea italiana, sviluppata al Lens (Laboratorio europeo di spettroscopia non lineare) di Firenze, di utilizzare un campo magnetico per cambiare segno all'energia di interazione tra atomi.

I fisici dell'Università La Sapienza di Roma, dell'Istituto di fotonica e nanotecnologie del Consiglio nazionale delle ricerche (Ifn-Cnr) e del Politecnico di Milano si attestano al settimo posto con la costruzione di un chip di vetro che rappresenta in pochi centimetri il più piccolo laboratorio di fisica quantistica mai realizzato. Grazie al laser a impulsi ultrabrevi è stato disegnato nel chip di vetro un circuito ottico tridimensionale con un elevato grado di integrazione, in cui i fotoni realizzano molteplici interconnessioni, simulando il comportamento di sistemi fisici molto più complessi.

L'ottava posizione tocca all'International Centre for Relativistic Astrophysics (Icra) presso l'Università La Sapienza di Roma, dove la scorsa primavera è stato notato un lampo di radiazione gamma proveniente dalla costellazione del Leone. Analizzando questo evento i ricercatori hanno capito che entro dodici giorni sarebbe stata visibile l'esplosione di una supernova, cosa che puntualmente è stata registrata dal Gran Telescopio Canarias.

Nono in classifica l'Istituto di biotecnologia molecolare dell'Accademia austriaca delle scienze dove è stato creato, grazie alle cellule staminali, un cervello in miniatura perfettamente funzionante, grande solo quattro millimetri. Questo tessuto neuronale verrà utilizzato per studiare malattie come schizofrenia e autismo, ma anche patologie neurodegenerative come Parkinson e Alzheimer.

Al decimo posto una scoperta che viene da un'isola del Mar Artico, a nord della Siberia, dove sono stati ritrovati i resti di un esemplare femmina di mammuth vissuta 11 mila anni fa, contenenti sangue ancora liquido. L'Università di Yakutsk e la Sooam Biotech Research Foundation (Corea del Sud), che partecipavano alla spedizione, si sono accordati per realizzare la clonazione del mammuth, animale estinto 4.500 anni fa.

Per vedere l'infografica a grandezza naturale è sufficiente cliccare sull'immagine.

Le 10 scoperte scientifiche più importanti del 2013