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Quanto sono verdi le imprese europee? Indagine sulle PMI

Illustrazione di una città verde  
17.02.2014
Nelle scorse settimane la Commissione Europea ha pubblicato una vasta indagine, realizzata intervistando più di 11.200 aziende, che mostra come le piccole e medie imprese si pongono nei confronti di tre temi ambientali di base: posti di lavoro verdi, efficienza delle risorse e mercati verdi.

Rispetto ai dati del 2012 ci sono stati importanti passi avanti in tutti gli ambiti. In Italia, ad esempio, il 56% delle aziende ha un dipendente "verde" (ossia che opera direttamente con informazioni, materiali o tecnologie che conservano o ripristinano la qualità ambientale): un ottimo risultato in confronto alla media europea, che si attesta al 42%.

Il 93% delle aziende intervistate (91% di quelle italiane) sta adottando almeno una misura per migliorare l'efficienza nella gestione delle risorse. Le due azioni più comuni per raggiungere questo obiettivo, condivise dal 67% delle imprese intervistate, sono la riduzione degli scarti e il risparmio di energia (in questo campo il nostro paese si ferma al 44%), seguito dal risparmio delle materie prime (59%) e poi, a pari merito, dal riciclo dei materiali e dal risparmio dell'acqua (51% la media europea, solo il 32% per l'Italia). Il 29% delle PMI rivende gli scarti di produzione e il 16 % utilizza energia rinnovabile (+5% rispetto alla precedente rilevazione), spesso prodotta con pannelli solari di proprietà.

Le aziende che producono beni "verdi" in Europa sono in media il 26%. L’Italia si trova in questo caso sotto la media (25%), mentre la vicina Austria è al 43% e Francia, Germania, Gran Bretagna e i paesi scandinavi sono tutti sopra il 30%.

I prodotti verdi sono per più della metà beni marchiati "eco" o "bio" (51%), per il 35% materiali riciclati (+ 6% rispetto al 2012) e per il 17% energia rinnovabile (-3%). Analizzando nello specifico questi prodotti scopriamo che le due prime posizioni, ovvero costruzioni e beni alimentari, si spartiscono un peso simile, attestandosi rispettivamente al 26% e al 24%. I prodotti elettronici e meccanici arrivano invece al 22%, legno-arredo e carta al 20% e abbigliamento al 9%. I restanti beni totalizzano il 22%.

Dai dati emerge poi un altro fatto interessante: le imprese ritengono che per essere ancora più efficienti dovrebbero essere aiutate con sussidi o contributi (34%). Le altre misure individuate per migliorare l'efficienza sono consulenze (25%), azioni volte a trovare finanziamenti (22%), dimostrazioni pratiche di nuove tecnologie (19%), maggiore cooperazione tra imprese per il riutilizzo dei materiali di scarto (19%), database con esempi di buone pratiche (16%) e strumenti per valutare la propria efficienza rispetto a quella altrui (16%).

Le piccole e medie imprese europee, che nel 2012 erano più di 20 milioni e davano lavoro a 90 milioni di persone, sono la spina dorsale dell'economia europea e, nonostante i miglioramenti costanti, incontrano maggiori difficoltà a conformarsi alla normativa ambientale rispetto alle grandi imprese (che sono solo il 2% del totale). Sarebbe quindi importante che le istituzioni riuscissero a sostenerle nella ricerca di competenze e nell'affrontare le lunghe procedure di autorizzazione per i nuovi prodotti, dato che il loro contributo è essenziale per perseguire gli obiettivi del programma "Europa 2020", con cui l'Unione europea si propone di realizzare una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.

Per vedere l'infografica a grandezza naturale è sufficiente cliccare sull'immagine.

Quanto sono verdi le imprese europee?