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La banda ultralarga arriva in 33 grandi città d'Italia

Fascio di luce 
14.03.2014
È stato pubblicato recentemente uno studio di SosTariffe.it sulla banda ultra larga in Italia. Ci eravamo già occupati di questo argomento la scorsa estate e approfittiamo di questa occasione per vedere quali passi avanti sono stati fatti.

Iniziamo con il dire che la situazione italiana appare leggermente migliorata: si passa da 25 città coperte a 33, con un aumento degli operatori che offrono il servizio. Se in un primo tempo Telecom era l'unica ad offrire la connessione da 30 a 100 Megabit, ora sono sul mercato anche Vodafone, Fastweb e Infostrada. L'offerta si limita purtroppo ai quartieri "migliori", raggiungendo una quota tra il 15 e il 18% della popolazione, mentre sono trascurate le periferie.

Senza dubbio l'Italia paga un ritardo di un decennio, ma dall'anno scorso in cui la copertura era del 10 per cento si dovrebbe arrivare al 20-25% entro dicembre 2014. Per il futuro Telecom prevede una copertura del 50% della popolazione entro il 2016, mentre Vodafone del 29% entro marzo del 2017.

Le tariffe a cui viene offerta la banda ultra larga sono compresi tra i 45 e i 60 euro al mese (telefonate incluse), con ulteriori sconti applicati nel primo periodo di abbonamento (sei mesi o un anno). Confrontandoli con quelli europei si posizionano nella fascia più bassa.

L'obiettivo fissato dall'Agenda Digitale Europea vorrebbe che l'intera popolazione venisse coperta entro il 2020, resta quindi di difficile attuazione, ma l'intenzione di Telecom sarebbe quella di coprire tutta o quasi la popolazione dei centri raggiunti dalla fibra.

Quali azioni si potrebbero compiere per tentare di ridurre il ritardo accumulato dall'Italia nella fornitura della banda ultra larga? Il rapporto di Francesco Caio, responsabile dell'agenda digitale presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, suggerisce alcune misure che il governo deve portare avanti per conseguire gli obiettivi europei. Nello specifico, il governo dovrebbe:

-predisporre una struttura per l'analisi, la pianificazione e il monitoraggio di tutte le iniziative in corso, bilanciando gli investimenti tra infrastrutture fisse, mobili e anche satellitari;
-fornire fondi addizionali per coprire le località scoperte, utilizzando ad esempio i fondi della programmazione europea 2014-2020, che ad oggi sono 1,26 miliardi;
-prendere misure per diminuire i costi dell'investimento, per esempio allargando lo spettro di frequenze utilizzabili dagli operatori o incentivando la condivisione delle infrastrutture;
-incentivare il consumo di banda larga nel paese attraverso iniziative culturali che innalzino il consumo di audio-video sull'infrastruttura di rete.

Un'idea potrebbe essere quindi quella di potenziare Infratel, società del Ministero dello Sviluppo economico e Invitalia che già lavora al Progetto Strategico Banda Ultralarga, utilizzando fondi europei e nazionali esclusivamente nelle aree in cui gli operatori privati non dimostreranno interesse a intervenire autonomamente per i prossimi anni.

Link utili
LaRepubblica.it - La Banda ultra larga è per pochi

La mappa qui sotto contiene alcuni dati sulle città italiane coperte dalla banda ultra larga.