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Acquisti pubblici: la Sardegna punta sulla tecnologia

Giovane professionista 
07.04.2014
Poca tecnologia, troppo "fai da te". In Italia nel campo degli acquisti pubblici troppo spesso funziona così, come dimostrato dal IV rapporto nazionale "Come acquista la PA", presentato recentemente a Roma. Da questo punto di vista però la Sardegna è un'isola felice, essendo una delle prime regioni in Italia ad aver capito come la collaborazione tra soggetti pubblici, stazioni appaltanti e operatori economici nel mercato dei contratti pubblici sia ormai un processo irreversibile, un "salto" culturale sia per le imprese, per le quali si aprono nuove e più ampie prospettive di mercato, sia per le pubbliche amministrazioni, che possono recuperare spazi significativi di efficienza e risparmio.

Si è parlato di questo al convegno svoltosi alla Camera di Commercio di Nuoro lo scorso 27 marzo: un'iniziativa dello Sportello Appalti Imprese, servizio gratuito a sostegno degli operatori economici sardi intenzionati a entrare o a consolidarsi nel mercato degli appalti pubblici. Tema della giornata di lavori è stato quello dell'aggregazione degli acquisti attraverso l'istituzione e l'utilizzo delle centrali di committenza e stazioni uniche appaltanti a livello locale, con l'obiettivo di gestire la spesa pubblica in modo più efficace ed efficiente.

Dopo i saluti di Giovanni Carmelo Pirisi, segretario generale della Camera di Commercio di Nuoro, è seguito l'intervento di Vincenzo Francesco Perra, responsabile dello Sportello Appalti Imprese, che ha messo in luce come, in tema di innovazione negli acquisti pubblici, la Sardegna sia certamente all'avanguardia rispetto al resto del Paese. La Sardegna si muove infatti attivamente sia attraverso il proprio Centro di Acquisto Territoriale (Sardegna CAT), sia attraverso lo Sportello Appalti Imprese, un'iniziativa nata nel 2013 da un'idea di Sardegna Ricerche con l'obiettivo di affiancare, formare e dare consulenza alle imprese in materia di appalti pubblici.

In poco tempo i risultati sono stati ottimi: oltre 4000 operatori coinvolti nelle iniziative dello Sportello Appalti Imprese (1350 solo nel 2014) e, ha sottolineato Davide Atzei del Servizio Provveditorato, Regione Autonoma della Sardegna, oltre 1.300 le imprese iscritte all'Elenco fornitori di Sardegna CAT, che da marzo dello scorso anno ha indetto 300 RDO (Richieste di Offerta). Una duplice operazione che ha generato non pochi risparmi in termini di spending review se si considera che, solo sul mercato elettronico della pubblica amministrazione è stata erogata consulenza gratuita a circa 400 aziende.

Calcolando poi che una giornata di consulenza costa in media circa 300 euro, si è ottenuto un risparmio immediato di 120.000 euro solo per questo tipo di servizi. Inoltre un'altra buona notizia è che da ora in poi sarà più facile che la spesa attivata attraverso bandi possa essere riversata sul territorio, generando occupazione e competitività. Infatti, la spesa pubblica sarda nel biennio 2011-2012 vale non poco: 1,48 miliardi di euro, ovvero il 3,7% del PIL regionale (Fonte: AVCP), con un importo medio per abitante pari a 888 euro. Finora però solo una piccola parte di questa spesa pubblica è rimasta in Sardegna perché molte gare sono state vinte da aziende non sarde. Se con lo Sportello Appalti Imprese e Sardegna CAT si riuscirà a far sì che un numero più alto di imprese sarde si aggiudichino le gare, il sostegno alla competitività del territorio sarà immediato e diretto.

Durante il convegno sono state inoltre messe a confronto alcune buone prassi in materia di aggregazione degli acquisti. È intervenuto Tommaso Bruno Marolla, responsabile del Servizio EmPULIA, per gli acquisti delle PA regionali, che ha illustrato il modello d'aggregazione pugliese, nato nel 2007 e totalmente telematico. "Il modello pugliese - ha spiegato - è peculiare rispetto a quello sardo e a quello toscano, i risultati sono significativi: al nostro sistema sono iscritti 55 enti, 613 buyer. Invece 3400 sono le imprese iscritte all'albo di cui 2/3 sono pugliesi”.

Ha parlato invece del modello toscano Antonio Bertelli, Servizio Provveditorato del Comune di Livorno: "L'esperienza toscana in materia di e-procurement è molto significativa per più ragioni. In primo luogo vanta ormai molti anni di esperienza considerato che la prima gara online è stata svolta dalla città di Siena nel 2002, mentre il Comune di Livorno è stato il primo a svolgere una gara telematica per un appalto di lavori pubblici nel 2003. Inoltre la Regione Toscana, attraverso il sistema START, ha sviluppato un sistema telematico del tutto originale nel panorama italiano; questo sistema potrebbe essere definito "rete di committenza" perché ha tratto tutti i vantaggi della telematica senza determinare una centralizzazione degli acquisti e delle responsabilità, come avviene invece con le centrali di committenza. Il sistema START ha anche il pregio di essere complementare alla CONSIP offrendo così agli enti toscani non un duplicato ma una opportunità sussidiaria. Anche le modalità di iscrizione rivolte alle imprese risultano molto più semplificate rispetto ad altri modelli, consentendo una facile e pronta utilizzazione". Nel pomeriggio il convegno si è concluso con una dimostrazione operativa a cura di Davide Atzei rivolta alle imprese per l'utilizzo dell'Albo Fornitori di Sardegna CAT.

Alice Barontini
Ufficio Stampa Promo PA