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Simona Cataldo: la moda tra tecnologia e tradizione

Simona Cataldo utilizza la macchina da cucire durante il workshop Digital manufacturing & Fashion Design 
Stile vintage, occhiali anni '50 e abiti rigorosamente handmade sono i tratti caratteristici di Simona Cataldo, giovane fashion designer campana che ha tenuto la scorsa settimana al FabLab Sardegna Ricerche, insieme ai fondatori di 3DItaly, il workshop "Digital manufacturing & Fashion Design". Una tre giorni di teoria e pratica focalizzata sull'incontro tra tecniche sartoriali tradizionali e nuove tecnologie di digital manufacturing applicate alla moda.

Dopo aver frequentato l'Accademia di Costume e Moda di Roma, Simona ha maturato numerose esperienze professionali lavorando ad esempio come costumista in diverse produzioni televisive, cinematografiche e teatrali. Le esperienze nel campo del costume sono state seguite dal debutto nel mondo della moda, la sua più grande passione, e dall'apertura del suo store "Simona Cataldo Fashion Design" a Roma.

Abbiamo approfittato della sua presenza al FabLab per intervistarla e scoprire qualcosa in più sui suoi lavori e sulle nuove frontiere tecnologiche della moda.

Come nasce la tua passione per la moda?
Più che passione per la moda, io la definirei passione per l'artigianato. Il fascino dei lavori manuali mi ha conquistata infatti già in tenera età: mi piaceva osservare i movimenti delle mani di mia madre che cucivano anche quando si trattava soltanto di rammendare un capo. Ho cominciato quindi a sperimentare a modo mio provando a cucire abiti per le mie bambole e in seguito creando per gioco abiti di carta insieme ad altre amiche. All'età di quindici anni avevo già chiaro in mente quale sarebbe stata la mia formazione accademica e quindi il mio futuro lavorativo.

Come si intrecciano moda e nuove tecnologie?
In questi ultimi anni la tecnologia ha fatto dei grandi passi avanti nel divenire alla portata di tutti grazie alla produzione di macchinari a basso costo. È stato quindi possibile per gli artigiani che lavorano nel settore moda, ma anche in tanti altri settori, avere a che fare con attrezzature all'avanguardia e poter quindi ideare e realizzare attraverso la progettazione digitale dei prodotti al passo con i tempi e del tutto innovativi. La progettazione digitale permette infatti di poter realizzare volumi e forme più complesse che prima non si poteva pensare di produrre.

Raccontaci la tua collaborazione con 3dItaly.
La collaborazione con i ragazzi del 3ditaly è nata con un progetto di coworking. Lavorare quindi fianco a fianco ci ha permesso di individuare quelli che sono i nostri obiettivi comuni o magari le problematiche che abbiamo riscontrato nelle tempistiche e nei costi che caratterizzano il nostro lavoro, seppure in settori diversi. Caratteristica che ci accomuna più di tutte è infatti la creatività e l'immaginazione come punto focale del nostro mondo e quindi la necessità di sperimentare giorno dopo giorno nuove tecniche di progettazione che possono intersecarsi fra di loro e aiutarsi l'una con l'altra.

Quali tecnologie di digital manufacturing utilizzi nei tuoi lavori?
La prima sperimentazione fatta in collaborazione con i ragazzi del 3ditaly e riguardante la progettazione digitale è stata l'applicazione di elementi stampati in 3d ai miei capi d'abbigliamento. In seguito abbiamo poi potuto sperimentare come si possa realizzare attraverso un software CAD il cartamodello di un abito modellato virtualmente e poi in seguito tagliato tramite laser cutter. È proprio questo tipo di lavorazione che abbiamo mostrato durante il workshop "Digital Manufacturing & Fashion Design" presso il Fablab Sardegna Ricerche.

Secondo te quali sono le opportunità offerte ai giovani designer dalle nuove tecnologie?
Come ho detto in precedenza le nuove tecnologie hanno reso possibile la realizzazione di forme e volumi che erano ritenuti impensabili utilizzando i metodi tradizionali e quindi hanno facilitato i giovani designer nei vari settori permettendogli di dare pieno sfogo alla loro creatività. Oltre a questo, agevolano il lavoro di un giovane fashion designer che non ha la possibilità di avere, data la sua giovane età, l'esperienza e la formazione necessaria alla progettazione di un cartamodello nella maniera classica. In tal caso la progettazione di un capo, assistita dalla tecnologia, risulterà più efficace e innovativa con l'espressione, cosa più importante, di una creatività senza limite.

Quali consigli daresti a un giovane aspirante fashion designer?
Ad un giovane aspirante fashion designer direi di apprendere le nozioni tecniche di base che portano alla progettazione di un capo in maniera tradizionale perchè è sulla base della conoscenza che un'idea può prendere vita, ma gli direi anche di non fermarsi mai a guardare soltanto al passato per poter essere sempre al passo con i tempi e camminare fianco a fianco a ciò che può condurti al futuro. A tal proposito è fondamentale una continua ricerca di nuove tecniche, nuovi stimoli, nuove ispirazioni e soprattutto una costante sperimentazione per la realizzazione di un qualcosa di innovativo e allo stesso tempo unico.

Link utili
Simona Cataldo

Sara Palmas
Redattrice