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Global Innovation Index 2013: l'Italia sale al 29° posto

Persona tiene in mano un globo terrestre 
23.07.2013
I primi giorni di luglio il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha presentato al Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite il Global Innovation Index 2013. Si tratta di un indice che analizza 142 paesi secondo 84 indicatori, riuniti in 7 macrocategorie (istituzioni, capitale umano e ricerca, infrastrutture, sofisticazione del mercato, sofisticazione del business, conoscenza e tecnologia, creatività) per valutarne il livello di innovazione e la capacità di utilizzarlo come leva di sviluppo. Lo studio è stato realizzato da Insead, una delle più prestigiose scuole di business e direzione aziendale del mondo, insieme alla Cornell University e alla WIPO (World Intellectual Property Organization).

I primi posti della classifica sono quasi tutti europei: la Svizzera ha il primato e di seguito si posizionano Svezia, Regno Unito, Olanda, Stati Uniti, Finlandia, Hong Kong, Singapore, Danimarca e Irlanda. Variazione da segnalare rispetto allo scorso anno è la scalata degli Stati Uniti, che dal 10° posto sono passati al 5° in virtù degli elevati investimenti in ricerca, sviluppo e settori innovativi. Nei mercati emergenti i paesi che nel 2013 si distinguono per la spinta innovativa sono 18, fra cui Moldavia, Armenia, Mongolia, Kenya, Senegal, Montenegro, Costa Rica, Vietnam, Georgia, oltre naturalmente a India e Cina.

L'Italia si attesta al 29° posto, posizione migliore rispetto al 36° posto dello scorso anno. Nel dettaglio gli indicatori su cui il paese si rivela più carente sono, ad esempio, la facilità di pagare le tasse (siamo al 109° posto su 142), la facilità di ottenere credito (93° posto), l'istruzione universitaria (53°), la produzione "creativa" intangibile, cioè brevetti, creazione di nuovi modelli di business e organizzativi (81° posto), la pubblicazione di prodotti editoriali come libri e giornali (57°). Gli ambiti dell'innovazione in cui il nostro paese si rivela più competitivo sono invece il numero di anni dedicati alla scolarità (19°), le infrastrutture (20°), la produzione di conoscenza e tecnologia (21°).

La considerazione generale deducibile dalla lettura di questi dati è che, nonostante la crisi economica, l'innovazione resiste: nella maggior parte dei paesi analizzati gli investimenti in ricerca e sviluppo hanno superato i volumi del 2008 e nuovi centri di innovazione si diffondono in tutto il mondo.

Link utili
The Global Innovation Index 2013