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Futurismo e musica

 
Il 17 novembre l'auditorium del Parco scientifico e tecnologico della Sardegna, Polaris, ha ospitato il convegno "Futurismo e cromo-architetture spazio-temporali della musica", con la presentazione del progetto Musicolor, un sistema ideato (e brevettato) al Politecnico di Milano da Giuseppe Caglioti (ordinario di Fisica dei solidi e docente di Estetica al Politecnico di Milano), Tatiana Tchouvileva (regista, docente a contratto di Estetica al Politecnico di Milano) e Goran Ramme (docente di Chimica all'Università di Uppsala, Svezia).

Giuseppe Caglioti e Tatiana Tchouvileva hanno illustrato il funzionamento del sistema con una serie di immagini e alcune animazioni correlate a musiche e suoni, suscitando l'interesse della platea (composta da insegnanti di musica e di materie scientifiche, docenti universitari, ricercatori, artisti e imprenditori).

Come è nato questo progetto? "Come la maggior parte dei fatti che a posteriori ci appaiono importanti - spiega Giuseppe Caglioti - l'idea è venuta per caso. Anni fa, durante un convegno in Israele, abbiamo assistito a un intervento di Goran Ramme, il quale ha accolto prontamente il nostro invito, fatto lì per lì, a collaborare con noi per applicare i materiali da lui sintetizzati alla visualizzazione della musica. Abbiamo poi progettato insieme, realizzato e messo a punto nel Laboratorio di Acustica del Dipartimento Ingegneria Nucleare del Politecnico di Milano un prototipo che altro non aspetta se non di essere ingegnerizzato, miniaturizzato e installato a valle della radio o del televisore per entrare nelle scuole, nei laboratori didattici, nei musei interattivi, negli ospedali, nelle case di cura, nelle sale d'aspetto, nelle discoteche, nelle scenografie e in molti altri ambienti. Per consentire a tutti e ovunque di godere appieno la musica, vedendola, ascoltandola e magari anche toccandola: se le capacità uditive si affievoliscono basta porre le mani sulle casse acustiche".

Cosa accade nel Musicolor? "I suoni inducono al suo interno un complesso processo naturale e spontaneo di auto-organizzazione strutturale su scala microscopica: un processo che consente ai suoni di mettere letteralmente in luce se stessi sfoggiando le loro componenti timbriche, il loro ritmo e la loro intensità. Ne risulta una sorta di autoritratto analogico della musica o della voce che viene registrato e può essere visualizzato su un televisore o su uno schermo. Si attivano così i canali visivo e canale uditivo, coinvolgendoci sinestesicamente in una danza fantastica, a tratti vorticosa, di colori e di architetture spazio-temporali, intimamente correlata con i suoni che l'hanno generata".

Andrea Mameli
Ricercatore CRS4